Luciana LittizzettoLuciana Littizzetto

La malattia e il dimagrimento

Luciana Littizzetto non perde la sua ironia neppure quando racconta i momenti più difficili. Ospite di Silvia Toffanin a Verissimo di sabato 13 settembre, la comica torinese ha ripercorso i mesi recenti segnati da una pancreatite acuta che lo scorso febbraio l’ha costretta al ricovero. «Sono stata abbastanza male, è una cosa molto impegnativa», ha spiegato. «Si dimagrisce tanto, ho perso cinque o sei chili. Già ero un ragno, adesso sono un ragno schiacciato».

Silvia Toffanin l’ha trovata visibilmente più esile, ma Littizzetto ha confermato di stare lentamente recuperando le forze.

La menopausa raccontata senza tabù

Alla pancreatite si è aggiunta la menopausa, che l’attrice definisce senza giri di parole «una schifezza». Con il consueto sarcasmo ha elencato alcuni dei «72 sintomi» che porta con sé: capelli fragili, pelle sottile, insonnia, perdita di memoria, vampate. «Poi la patata che si secca, ma questo forse non possiamo dirlo», ha aggiunto ridendo, trovando in Toffanin la complicità di mandare comunque in onda la battuta.

«Voglio raccontare queste cose perché fanno parte della vita», ha spiegato, sottolineando come sia importante che anche una figura pubblica parli apertamente di un tema che riguarda milioni di donne.

I figli adottivi e il ruolo da “guardiana”

Luciana Littizzetto si è soffermata poi sulla sua famiglia. Ha due figli adottivi, Jordan e Vanessa, ormai grandi e indipendenti. «Hanno lasciato il nido, lavorano entrambi», ha detto con orgoglio. In casa resta Svetlana, una giovane bielorussa che ha completato gli studi e di cui si prende cura.

«Io cucino, sono una mamma un po’ guardiana e un po’ rompiscatole», racconta. I figli, arrivati da lei con «ferite potenti che non si rimarginano, come l’abbandono», hanno recentemente acquisito anche il suo cognome: «Una grande gioia».

L’amore che non arriva

Capitolo sentimenti: la comica non nasconde il desiderio di innamorarsi di nuovo, ma ammette che l’uomo giusto tarda ad arrivare. «Forse faccio paura, ma in realtà sono una cretina qualsiasi», ha detto con autoironia. «A volte faccio fatica a sopportare me stessa, non vorrei infliggere la mia presenza a un altro. Però mi piacerebbe riprovare quella sensazione di innamorarsi».

Non è stato semplice, in passato, trovare qualcuno che la vedesse oltre la sua fama. «Magari ti stimano come professionista, ma non è che restano folgorati dalla mia bellezza», ha scherzato.

Il ricordo di Pippo Baudo

Nell’intervista non è mancato un pensiero a Pippo Baudo, scomparso di recente. «Gli avevo scritto il 7 giugno per il suo compleanno, mi aveva ringraziato per gli auguri. Non immaginavo stesse così male», ha confidato commossa.

«Essere vive da vive»

A sessant’anni, Littizzetto lancia un messaggio alle donne che vivono la sua stessa fase: «Sembra che arrivati a questa età sia la fine di tutto, come se non ci fossero più sogni e progetti. Invece la felicità ce l’abbiamo anche noi 60enni. Dobbiamo trovare il modo per essere vive da vive».

Una lezione di resilienza, come sempre filtrata dall’ironia pungente che l’ha resa una delle voci più amate dello spettacolo italiano.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *