Dopo cinque anni di lotta disperata, il corpo cede: Roberta Carassai ricoverata da due settimane
Dopo cinque anni di ricerche senza esito, appelli inascoltati e richieste di archiviazione che continuano a pesare come macigni, Roberta Carassai ha avuto un crollo. La madre di Alessandro Venturelli, il giovane scomparso da Sassuolo il 5 dicembre 2020, è ricoverata da due settimane all’Ospedale Civile di Baggiovara, a Modena.
«Si è sentita male e abbiamo chiamato l’ambulanza», racconta il marito Roberto Venturelli. «È esausta. Roberta è una leonessa, ma non ce la fa più. Tutto questo peso le è crollato addosso. Ha speso tante energie per lottare contro questa archiviazione» – ha riferito alla Vita in diretta del 23 dicembre.
Cinque anni vissuti in apnea, senza una risposta, senza una verità, senza neppure la possibilità di elaborare il dolore.
Dorme sul divano da cinque anni: “Aspetta che Alessandro apra la porta”
La vita di Roberta Carassai si è fermata il giorno della scomparsa del figlio. Da allora, nulla è più tornato come prima. «Da cinque anni dorme sul divano», racconta il padre di Alessandro, «nella speranza che Alessandro apra la porta di casa».
Anche il Natale ha perso ogni significato. «È un giorno come un altro, un giorno qualsiasi della settimana. Non esistono più feste». Esiste solo l’attesa. Di un segnale, di una telefonata, di una notizia che possa spezzare il silenzio.
Un silenzio che pesa quanto una condanna.
Il nodo delle ricerche e l’errore iniziale: “Alessandro non è un numero”
Roberto Venturelli punta il dito su quanto avvenuto nei primi giorni dopo la scomparsa del figlio, quando si parlò di allontanamento volontario. «Stiamo pagando per quello che non è stato fatto all’inizio», spiega. «Le istituzioni devono mettersi in testa che Alessandro non è un numero».
Prima della scomparsa Alessandro Venturelli aveva avuto un grave incidente dal quale si era ripreso. “Può aver avuto dei problemi”.
Torino, le segnalazioni e la speranza spezzata tra i clochard
A fine novembre le ricerche si sono concentrate a Torino, dove numerose segnalazioni parlavano della presenza di un ragazzo somigliante ad Alessandro tra i clochard. Una speranza improvvisa, quasi violenta.
«Sono partita per Torino augurandomi di poterlo finalmente riabbracciare», ha raccontato Roberta Carassai. «Sono tornata con una certezza nel cuore: aver trovato tante persone che mi avrebbero prestato i loro occhi».
Le ricerche, però, si sono fermate. E la speranza si è trasformata ancora una volta in dolore.
Le telefonate anonime e quella voce nella notte: “Mamma, mamma”
Tra i momenti più strazianti, le telefonate ricevute da Roberta, spesso da numeri anonimi, anche di notte. «Ho sentito una voce che mi chiamava: “mamma, mamma”», ha raccontato. «Sono cinque anni che attendo di essere chiamata così».
Poi il silenzio. E il dubbio atroce che si tratti di uno scherzo crudele. Una ferita che si riapre ogni volta.
Alessandro Venturelli, scomparso a 20 anni: una storia ancora senza verità
Alessandro Venturelli aveva 20 anni quando si è allontanato dalla casa di Sassuolo in cui viveva con i genitori. Da quel giorno, nessuna certezza. Solo ipotesi, segnalazioni, archiviazioni temute e una famiglia che continua a lottare contro l’oblio.
Ora il corpo di Roberta Carassai ha detto basta. Ma la sua battaglia per il figlio continua.

