La follia di Amber Lee Hughes
Un delitto che ha sconvolto il Sudafrica. Amber Lee Hughes, maestra d’asilo di 29 anni, è stata riconosciuta colpevole di omicidio premeditato e stupro della piccola Nada-Jane Chalita, la figlia di quattro anni del suo compagno Elie Challita.
La tragedia si è consumata il 23 gennaio 2023, nella casa della coppia a Johannesburg, quando l’uomo era uscito per un colloquio di lavoro, lasciando la bambina alle cure della donna.
Poco dopo, Hughes si infuriò perché Elie non le aveva dato un bacio e, accecata dalla gelosia, gli scrisse un messaggio inquietante:
«Mi hai spezzato il cuore; brucerò il tuo. Come hai potuto farmi questo?».
Parole che, secondo il giudice, anticipavano la furia omicida che sarebbe seguita di lì a poco.
La dinamica del delitto
Dopo lo sfogo, Hughes trascinò Nada-Jane in bagno, la fece entrare nella vasca e si sedette sopra di lei, tenendola immersa fino a farla annegare.
L’autopsia ha rivelato che la bambina era stata aggredita sessualmente due volte prima della morte. Un dettaglio che ha reso ancora più atroce un delitto già di per sé indicibile.
Davanti all’Alta Corte di Johannesburg, Hughes ha ammesso di soffrire di disturbo borderline di personalità, ma ha riconosciuto:
«Ero consapevole di ciò che stavo facendo quel giorno. L’evento è stato innescato da una discussione con il padre della bambina riguardo alla sua infedeltà». Dopo l’omicidio, ha tentato per tre volte il suicidio.
La confessione e il processo
Durante l’udienza di condanna del 27 ottobre, la donna ha cercato di giustificare le proprie azioni con una infanzia segnata da traumi e tentativi di suicidio.
L’assistente sociale Carina Wolmarans, citata dal Sun, ha confermato che Hughes era stata vittima di bullismo e soffriva di depressione cronica, ma ha anche testimoniato:
«Ha detto che vorrebbe poterselo rimangiare. È sinceramente pentita».
Il giudice Richard Mkabela, però, ha definito le sue azioni «chiaramente premeditate». I messaggi inviati prima dell’omicidio, ha spiegato, «mostrano la sua intenzione e la piena lucidità con cui ha agito».
La condanna e le parole del padre
Hughes aveva iniziato una relazione con Elie Challita nel 2021 e si era trasferita da lui, instaurando un rapporto instabile e violento. Più volte, secondo il tribunale, aveva minacciato di «fare del male alla bambina».
Accusata di omicidio premeditato e stupro, rischia l’ergastolo.
Elie, distrutto, ha dichiarato:
«Nessuna pena sarà mai abbastanza. La giustizia che cerco non esiste in questo mondo».
Un epilogo tragico per una vicenda che mostra fino a che punto la follia e la gelosia possono spingersi, travolgendo ogni confine umano.

