Giuseppe SempioGiuseppe Sempio

La nuova accusa: corruzione per l’archiviazione del figlio

Nuovo clamoroso sviluppo nell’inchiesta bis sul delitto di Garlasco. La Procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati Giuseppe Sempio, padre di Andrea — il giovane tornato al centro del caso per concorso nell’omicidio di Chiara Poggi — con l’accusa di corruzione.

Secondo l’ipotesi degli inquirenti, Sempio avrebbe versato una somma compresa tra 20 e 30mila euro all’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, con l’obiettivo di ottenere l’archiviazione della posizione del figlio nella prima inchiesta sull’omicidio.

L’indiscrezione è stata anticipata dai canali social del Tg1 e confermata da ambienti giudiziari bresciani. A incastrare Sempio sarebbe stato il famoso “pizzino” trovato nella sua abitazione, in cui sarebbe annotata proprio quella cifra sospetta.

I legali di Sempio: ‘Notizia che apprendiamo come al solito dalla stampa’

Sulla questione sono intervenuti i legali di Giuseppe Sempio: “Ad oggi non ha ricevuto alcuna informazione di garanzia. É una notizia che apprendiamo, come al solito” da una testata. Così l’avvocato Angela Taccia che, con il collega Liborio Cataliotti, assiste Andrea Sempio , accusato dell’omicidio di Chiara Poggi, in merito all’iscrizione nel registro degli indagati della procura di Brescia del padre del 37enne.


Il contesto: l’inchiesta ‘Clean’ e il caso Venditti-Mazza

L’iscrizione di Sempio arriva a pochi giorni dall’udienza fissata per lunedì 3 novembre davanti al Tribunale del Riesame di Brescia. In quella sede verrà discussa la posizione di Mario Venditti e del pm Pietro Paolo Mazza, oggi in servizio alla Procura di Milano, entrambi indagati per peculato e corruzione in un diverso filone dell’inchiesta denominata Clean.

Entrambi sono già stati sottoposti a perquisizioni e sequestri da parte della Guardia di Finanza. I loro legali — Domenico Aiello per Venditti e Massimo Dinoia per Mazza — hanno impugnato il decreto di sequestro definendolo “eccessivamente generico”, contestando in particolare il blocco di cellulari, computer e hard disk.

Secondo la procura, i magistrati avrebbero ricevuto “varie utilità” – tra cui pranzi in ristoranti, auto vendute sottocosto e lavori di manutenzione gratuiti – in cambio di atti contrari ai doveri d’ufficio. In particolare, l’affidamento di contratti di noleggio di auto e apparati d’intercettazione a due società, Esitel e Cr Service, in misura ritenuta “incongrua rispetto alle reali esigenze investigative”.


Il collegamento con il caso Garlasco

Venditti è già coinvolto nel filone legato al caso Garlasco, in cui risulta indagato per corruzione in atti giudiziari. Secondo l’accusa, l’ex procuratore avrebbe ricevuto proprio da Giuseppe Sempio una somma tra i 20 e i 30mila euro nel 2017 per sollecitare una rapida archiviazione dell’indagine a carico di Andrea Sempio.

Nel settembre scorso, Venditti era già stato oggetto di una prima perquisizione e sequestro di materiale informatico, poi parzialmente annullato dal Riesame, che aveva disposto la restituzione dei dispositivi. Ora si attende una nuova udienza, sempre a Brescia, per la valutazione dei nuovi atti acquisiti.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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