La morte dopo una settimana di lotta tra la vita e la morte
Non ce l’ha fatta Moritz Gerstl, il bambino di quattro anni finito sott’acqua una settimana fa nella nuova piscina comunale di Curon, in Val Venosta. Il piccolo è morto all’ospedale di Bolzano, dove era stato trasportato in condizioni disperate dopo l’incidente avvenuto nell’impianto “Curunes”, inaugurato solo poche settimane prima.
Dopo sette giorni di coma e terapie intensive, i medici hanno dovuto constatare il decesso. Una notizia che ha sconvolto l’intera comunità altoatesina e che segna una svolta anche sul piano giudiziario.
Da lesioni a omicidio colposo: cosa cambia nell’indagine
Con la morte del bambino, la Procura di Bolzano ha riqualificato il reato ipotizzato da lesioni personali a omicidio colposo. Nel fascicolo d’indagine risultano ora iscritti, come atto dovuto, quattro soggetti:
- una funzionaria comunale responsabile della struttura,
- il bagnino in servizio,
- la madre e la zia del bambino, presenti al momento della tragedia.
L’iscrizione non implica responsabilità accertate, ma consente alla Procura di svolgere tutti gli accertamenti necessari, compresa l’autopsia, già disposta ed eseguita nelle scorse ore.
Cosa è successo nella piscina “Curunes”
L’incidente risale a lunedì scorso. Doveva essere una giornata di svago: poche ore in piscina, mentre fuori l’inverno stringeva la valle dietro le grandi vetrate dell’impianto. A un certo punto, però, Moritz è finito sott’acqua.
Non è ancora chiaro per quanto tempo il bambino sia rimasto immerso. Quando è stato notato, è scattato l’allarme: recuperato dall’acqua, è stato rianimato sul posto dal personale di soccorso. Le sue condizioni erano già gravissime.
Il piccolo è stato trasferito in elicottero con il Pelikan 3 all’ospedale di Bolzano. Nonostante i tentativi dei medici, non si è mai risvegliato.
Il dolore della comunità e il minuto di silenzio
Il Consiglio comunale di Curon ha appreso la notizia della morte durante una seduta ufficiale. L’assemblea si è fermata per osservare un minuto di silenzio in memoria del bambino.
Per la Val Venosta è il secondo grave lutto infantile in pochi giorni. Proprio oggi si sono svolti a Laudes i funerali di Jan Adam, il bambino di dieci anni precipitato da una parete rocciosa mentre giocava con un amico.
Una valle segnata da tragedie recenti
La morte di Moritz riapre ferite ancora vive. A ottobre, a Glorenza, un ragazzo di 19 anni, Leon Moser, perse la vita schiacciato da una statua di bronzo mentre si arrampicava su una fontana in piazza Municipio.
E il caso richiama alla memoria un episodio simile: nel luglio 2010 un altro bambino di quattro anni morì dopo essere finito sott’acqua nella piscina pubblica “Lido” di Bolzano. Anche allora i genitori furono inizialmente indagati, ma la loro posizione venne poi archiviata.
Le prossime tappe giudiziarie
L’autopsia sarà decisiva per chiarire le cause del decesso e la catena di eventuali responsabilità. Gli inquirenti analizzeranno:
- i sistemi di sorveglianza,
- le procedure di sicurezza,
- i tempi di intervento,
- il ruolo degli adulti presenti.
Una tragedia che riaccende il dibattito sulla sicurezza nelle strutture pubbliche dedicate ai bambini.

