Tragedia in via Magenta, a MuggiòTragedia in via Magenta, a Muggiò

Il ritrovamento e i primi interrogativi

Giovanna Piras, 76 anni, è stata rinvenuta senza vita nel tardo pomeriggio di lunedì 8 dicembre nel suo appartamento di via Magenta, a Muggiò (provincia di Monza e della Brianza). A trovarla sono stati i Carabinieri dopo la segnalazione del fratello e del tutore legale, insospettiti dal silenzio della donna e dal telefono rimasto inattivo. La scena che si è presentata non ha immediatamente permesso di propendere per una morte naturale: il corpo era sul pavimento, il volto coperto da un panno, nessuna traccia evidente di sangue e soprattutto una porta priva del blocco della serratura, come se qualcuno fosse entrato o fosse uscito senza difficoltà.


Serratura rimossa e appartamento in disordine: coincidenza o messaggio

L’ingresso dell’abitazione è il primo punto che non torna: la serratura risulta asportata, ma la porta era chiusa. Gli investigatori hanno potuto accedere senza forzare nulla. All’interno, gli ambienti in disordine e residui di terriccio sul pavimento suggeriscono una dinamica non lineare, dove l’ipotesi del furto convive con quella – più sottile – di una messa in scena. Gli inquirenti non escludono alcuna pista, compresa quella di una intrusione pregressa, forse avvenuta nei giorni in cui nessuno era in contatto con lei.


La vita appartata della donna e le tracce relazionali minime

Giovanna Piras viveva sola e non si era mai sposata. Ex impiegata, praticante assidua della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, veniva vista raramente se non per le funzioni religiose. Negli ultimi anni, a seguito di problemi fisici, i vicini l’avevano percepita indebolita e affaticata. Le relazioni ridotte all’osso – il fratello e pochi parrocchiani – rendono oggi più difficile capire chi potesse avere accesso alla casa o conoscere le sue abitudini. Le discussioni con il fratello, pur ricordate come frequenti, non risultano mai sfociate in episodi di violenza.


Indagini a 360° e attesa per l’autopsia

I Carabinieri della Compagnia di Desio, coordinati dalla Procura, hanno passato ore nell’appartamento, raccogliendo testimonianze e rilievi. Non si esclude un malore improvviso, ma nemmeno una causa esterna. La posizione del corpo, l’asimmetria nella chiusura della porta, la rimozione della serratura e l’assenza totale di segni di effrazione chiariscono solo una cosa: siamo davanti a un caso in cui nulla può essere escluso in via preliminare. L’autopsia dovrà stabilire tempi, modalità della morte e se il panno sul volto sia un dettaglio casuale o un gesto con un significato.


Una domanda sospesa su Muggiò

La comunità che l’ha vista camminare in silenzio tra casa e chiesa ora si chiede se Giovanna sia morta sola o se qualcuno abbia varcato la sua porta prima di lei o subito dopo. La delicatezza del quadro impone cautela e rigore, ma evidenzia quanto una vita isolata possa diventare, paradossalmente, più esposta proprio quando non restano testimoni. A fare chiarezza non saranno i sospetti, ma l’esame medico legale e i riscontri su accessi, chiavi, serrature e contatti. Fino ad allora, la porta di via Magenta resta l’unico varco possibile anche per la verità.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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