Dennis Silva, Alvise Bavaresco e Omar VillorbaDennis Silva, Alvise Bavaresco e Omar Villorba

Il pomeriggio di sole che poteva diventare una tragedia

Miracoloso salvataggio a Cortellazzo, frazione balneare di Jesolo (Venezia). Sulla spiaggia affollata, fra famiglie, turisti e bagnanti, nessuno si sarebbe aspettato di assistere a un intervento d’emergenza per salvare la vita di una neonata. Eppure, una bimba di appena 15 giorni, lasciata sotto il sole per gran parte del pomeriggio, ha rischiato conseguenze gravissime, se non addirittura fatali.

La piccola, figlia di una coppia di turisti provenienti dall’Europa dell’Est, era rimasta esposta alla radiazione diretta per ore, finendo per riportare ustioni di primo grado sul viso e sul torace, oltre a un edema palpebrale dovuto all’intensità del sole. Un quadro che, secondo i medici, poteva rapidamente peggiorare.


Il medico che si accorge del pericolo

Fra gli ombrelloni c’era Pierpaolo Serena, giovane medico specializzando in medicina sportiva all’Università di Padova e medico sociale della squadra di rugby Omar Villorba di Treviso. Serena, in spiaggia con due amici rugbisti — Dennis Silva e Alvise Bavaresco — è stato avvicinato da alcuni turisti allarmati. Avevano sentito più volte il pianto della bimba e temevano per le sue condizioni.

Quando il medico si è avvicinato alla famiglia, ha notato subito segni preoccupanti: la pelle arrossata, il gonfiore alle palpebre, il respiro affaticato. Ha cercato di spiegare alla madre il rischio che correva la figlia, ma la donna non parlava inglese e, complice la barriera linguistica, si è allontanata con la neonata, rifugiandosi nella tenda dove alloggiava insieme al marito.


L’inseguimento a piedi nudi

A quel punto la situazione è precipitata. Rendendosi conto che il tempo era un fattore decisivo, Dennis Silva — uno dei due rugbisti e bagnino in quel tratto di litorale — si è lanciato in un inseguimento a piedi nudi sulla sabbia bollente. Raggiunta la donna, ha cercato di farle capire in ogni modo, anche con gesti e mimica, che bisognava intervenire subito.

Nel frattempo, Serena e Bavaresco hanno allertato la polizia e il Suem. Quando i tre sono arrivati all’ombrellone della famiglia, la bimba era stata messa all’ombra, ma i danni erano ormai visibili. «Ho fatto solo il mio dovere», dirà poi il medico al Corriere del Veneto. Ma il tempismo è stato decisivo.


L’arrivo dei soccorsi

Pochi minuti dopo sono arrivati gli agenti e i sanitari del 118. Secondo il racconto di Serena, il personale ha gestito la situazione con grande professionalità: «Hanno fatto un lavoro eccezionale. Hanno convinto la madre a uscire dalla tenda, hanno medicato la neonata e l’hanno trasportata prima all’ospedale di San Donà, poi al centro pediatrico specializzato di Padova».

Le ustioni, pur dolorose, non erano profonde. Ma il rischio di disidratazione, colpo di calore e complicazioni era altissimo, specie in un organismo così piccolo e fragile.


Un richiamo alla prudenza

L’episodio riaccende l’attenzione sul tema della protezione dei bambini molto piccoli dall’esposizione solare. I neonati, in particolare nelle prime settimane di vita, non hanno difese naturali contro i raggi ultravioletti: la pelle è sottilissima e l’equilibrio termico estremamente delicato.

Gli esperti ricordano che i piccoli dovrebbero essere sempre tenuti all’ombra, con abbigliamento leggero ma coprente, cappellini e — solo dopo i sei mesi — creme solari specifiche. L’esposizione diretta, anche per pochi minuti, può comportare rischi importanti.


Il ringraziamento della comunità

La vicenda, diffusasi rapidamente anche sui social, ha suscitato una pioggia di messaggi di gratitudine nei confronti dei tre protagonisti. Sia Serena che i rugbisti hanno minimizzato, definendo il loro intervento «un atto di normalità». Ma i fatti dicono altro: senza quel pronto intervento, le conseguenze per la neonata avrebbero potuto essere molto più gravi.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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