È morto Alberto Bertone, presidente di Acqua Sant’Anna
Profondo dolore nel mondo dell’imprenditoria italiana per la morte di Alberto Bertone, fondatore, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna. Aveva 59 anni.
A darne notizia sono stati la famiglia, i dipendenti e i collaboratori dell’azienda con una nota ufficiale:
“Imprenditore visionario e coraggioso, ha saputo coniugare innovazione e attenzione per le persone, diventando un punto di riferimento per il tessuto economico e sociale del Paese.”
Bertone aveva fondato l’azienda nel 1996, trasformandola in pochi anni in una delle principali realtà del settore delle acque minerali, con sede a Vinadio (Cuneo). Bertone aveva scoperto casualmente il male che l’ha stroncato in pochi mesi.
Il ricordo di un imprenditore illuminato
Sotto la sua guida, Acqua Sant’Anna è cresciuta fino a diventare leader in Italia e riconosciuta anche a livello europeo.
La nota diffusa dall’azienda ricorda la sua umanità, sensibilità e attenzione per i collaboratori, elementi che hanno reso la sua leadership “autentica e generosa”.
Il suo lascito va oltre i risultati economici: Alberto Bertone viene ricordato come un uomo profondamente legato alla famiglia, altruista e guidato da un profondo senso del dovere.
Il cordoglio di istituzioni e mondo industriale
Il presidente del Piemonte Alberto Cirio e la Giunta regionale hanno espresso “profondo cordoglio” per la sua scomparsa, ricordandolo come un imprenditore che ha saputo “trasformare una realtà di montagna in un gruppo d’eccellenza”.
Anche Confindustria Cuneo ha omaggiato Bertone definendolo “un protagonista dell’imprenditoria piemontese e un punto di riferimento per la Valle Stura”.
“La sua visione e il suo impegno sociale restano un esempio per tutti noi”, ha dichiarato il presidente Mariano Costamagna.
Un’eredità che continuerà nel tempo
Sotto la direzione di Alberto Bertone, Acqua Sant’Anna ha investito fortemente in innovazione, automazione e sostenibilità, creando posti di lavoro e sostenendo iniziative per il benessere dei dipendenti e delle loro famiglie.
Oggi l’azienda, i collaboratori e l’intero Piemonte piangono la perdita di un uomo che ha lasciato un segno profondo nell’economia italiana.

