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Uccide il figlio di 7 anni, lo nasconde e tenta di ammazzare l’ex nel varesotto: ‘Papà non aprire l’armadio’, era ai domiciliari

“Una tragedia annunciata. Si poteva essere evitata”. Sgomento e dolore in provincia di Varese per l’orrore di Morazzone nel giorno di Capodanno. Il 40enne  Davide Paitoni ha ucciso il figlio di appena 7 anni e l’ha chiuso in un armadio lasciando un messaggio vocale al padre: “Ho fatto male a Daniele. Non aprire l’armadio”.

Orrore a Morazzone a Capodanno: il piccolo Daniele trovato morto nell’armadio dopo la denuncia dell’ex

La macabra scoperta è stata fatta in seguito alla denuncia dell’ex moglie ai carabinieri dopo che l’uomo aveva tentato di ucciderla nella serata di Capodanno (intorno alle 21:30). L’ha raggiunta a Gazzada Schianno, dove vive con i genitori dopo la separazione, e le ha teso una trappola invitandola a scendere in strada per consegnarle il figlio. La trentaseienne è stata assalita dall’ex e raggiunta da una serie di coltellate alle braccia, al torace ed al collo prima di darsi alla fuga.

Davide Paitoni ha raggiunto l’ex a Gazzada Schianno e le ha teso una trappola

Per fortuna i fendenti inferti non si sono rivelati fatali ma la sua denuncia ai militari del comando provinciale di Varese, coordinati dal pm Luca Petrucci, ha permesso di scoprire nell’armadio dell’abitazione di Morazzone il corpo privo di Daniele davanti agli occhi sgomenti del nonno che ai carabinieri. La camera era ordinata e non c’erano tracce di sangue. Il piccolo doveva trascorrere il week end del primo dell’anno con il padre che, probabilmente, aveva già pianificato l’orrendo delitto. Subito sono partite le ricerche Davide Paitoni che è stato rintracciato a bordo di una Golf grigia, intorno alle 5,30 del 2 gennaio, dalle parti di Viggiù.

L’operaio arrestato in un casolare vicino Viggiù: ha minacciato di suicidarsi

L’operaio è sceso dall’auto ed ha cercato di dileguarsi in un bosco in località Colle Sant’Elia. Rifuggiatosi in un capanno è stato circondato dalle forze dell’ordine. L’uomo è uscito con un coltello puntato alla gola ed ha minacciato di suicidarsi ma i militari si sono avventati su di lui e l’hanno disarmato. L’uomo, operaio, aveva due precedenti penali, uno per maltrattamenti in famiglia conseguenti a una separazione in corso violenta e difficile. L’altro per lesioni aggravate perché il 26 novembre, ad Azzate, dopo una lite con un collega che aveva ferito a coltellate. Per questo ultimo episodio era stato messo agli arresti domiciliari con il permesso, però, di vedere il figlio. 

Davide Paitoni con il figlio Daniele

Il 40enne era ai domiciliari per aver ferito a coltellate un amico ma aveva il permesso di vedere il bambino

“Ringraziamo l’ingiustizia italiana! nessuno ha pensato di mettere al riparo un bimbo innocente? Non gli si doveva concedere la possibilità di vederlo” – il commento unanime sui social e di tanti conoscenti della famiglia del bimbo tragicamente ucciso dal papà il giorno di Capodanno.

Dai primi accertamenti medico legali è emerso che l’omicidio del piccolo risaliva al pomeriggio del 1° gennaio, prima che l’uomo uscisse di casa per andare ad accoltellare l’ex moglie, indotta ad incontrarlo con la scusa della riconsegna del figlio. Vicino al corpo privo di vita del piccolo è stato trovato un biglietto con una sorta di confessione mentre nell’auto del quarantenne è stata rinvenuta una dose di cocaina. L’operaio è accusato dell’omicidio del figlio e di tentato omicidio nei confronti dell’ex moglie.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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