Un’intervista tesa a “Dentro la Notizia” su Canale 5
“Siamo qui per l’omicidio di mia suocera. Non è una soap opera. Preferirei non rispondere a questa domanda.”
Così ha esordito Manuela Bianchi nel corso della puntata di “Dentro la Notizia” andata in onda lunedì 10 novembre su Canale 5, condotta da Gianluigi Nuzzi.
Un’intervista carica di tensione e di emozione, proprio nel giorno in cui si discuteva il procedimento per stalking contro Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva, imputato per l’omicidio di Pierina Paganelli, uccisa a Rimini nell’ottobre del 2023 con 29 coltellate.
Le parole di Manuela Bianchi: “Ho amato Louis, ma non sono responsabile della morte di Pierina”
Nel corso dell’intervento, la Bianchi ha raccontato il suo legame con Dassilva e il peso che oggi porta con sé:
“Non nascondo che è una persona che ho amato moltissimo, con la quale mi sono lasciata andare al sentimento. L’unica responsabilità che sento è che, se invece di lasciarmi andare al romanticismo, forse avrei ancora mia suocera e mia figlia felici. Ma non mi sento responsabile della sua morte.”
La donna ha poi sottolineato di non avere mai avuto alcun ruolo nell’omicidio.
“Valeria dice che vorrebbe vedere le nostre teste spappolate”
Durante la trasmissione, Manuela Bianchi ha rivolto accuse dirette a Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva, sostenendo di essere vittima di minacce e persecuzioni.
“Valeria è una donna pericolosa. Dice di stare dietro la porta con un piede di porco e che mi guarda quando vado a prendere mia figlia. Ha parlato di infilarmi un coltello e di vedermi soffrire lentamente. Non mi sembrano cose normali.” – ha aggiunto facendo riferimento anche a quanto riferito agli inquirenti. “Dall’acido per sfigurarmi il volto alla bara bianca” – ha rimarcato manifestando timori anche per la vita della figlia.
Secondo la donna, le minacce sarebbero continuate anche dopo la denuncia presentata ai magistrati.
“Non credo che queste cose siano scemate, perché continua a dire cose bruttissime su di me e sul mio consulente (Davide Barzan. Dice che vorrebbe vedere le nostre teste spappolate. Ricordiamoci che io sono stata aggredita da lei.”
Il procedimento in corso e l’udienza a Rimini
Nella mattinata di lunedì 10 novembre, al Tribunale di Rimini, il giudice Raffaella Ceccarelli si è riservata di decidere sull’opposizione all’archiviazione dell’indagine per atti persecutori presentata proprio da Manuela Bianchi contro Valeria Bartolucci.
La donna, assistita dall’avvocata Nunzia Barzan, aveva denunciato la Bartolucci per diffamazione, minacce e aggressione, successivamente integrando la querela con l’accusa di stalking.
Il pubblico ministero Luca Bertuzzi, nel marzo scorso, aveva invece chiuso un altro filone d’indagine — quello per diffamazione e minacce — citando direttamente in giudizio la moglie di Dassilva.
In aula era presente Manuela Bianchi, mentre Valeria Bartolucci, difesa dagli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, non ha partecipato all’udienza.
“La mia vita è distrutta, mi è rimasta solo mia figlia”
Tra la commozione, Manuela Bianchi ha raccontato le conseguenze personali che l’intera vicenda ha avuto sulla sua vita:
“Ormai mi è rimasta solo mia figlia. Sono isolata, non riesco a trovare lavoro, le persone mi prendono in giro, mi riconoscono per strada. Non riesco neanche a trovare una casa e sono costretta a vedere quella che ho dovuto vendere per allontanarmi da quella persona.”
La donna si è poi soffermata sulla famiglia dell’ex marito Giuliano Saponi che in queste ore le ha lanciato pesanti accuse.
“Mi mancano i miei nipoti, i fratelli di Giuliano sono stati la mia famiglia per 40 anni. La mia vita è distrutta.”
Il fratello dell’ex marito di Manuela Bianchi in aula: ‘Una manipolatrice’
Nel processo in corso a Rimini, i figli di Pierina Paganelli, Chiara e Giacomo Saponi, hanno ricordato la madre come una donna energica, presente e ancora attiva a 78 anni.
Una figura centrale nella famiglia, che “si faceva carico di tutto, anche dei problemi economici dei figli”.
Una lunga deposizione quella di due dei tre figli della vittima, centrate spesso sulla figura della nuora, Manuela Bianchi, sposata con il maggiore dei figli, Giuliano Saponi, che con Dassilva aveva avuto una relazione sentimentale.
“Tre settimane prima dell’incidente di Giuliano, Manuela era andata via di casa”, ha detto Chiara ricordando come il fratello maggiore il 7 maggio del 2023, pochi mesi prima dell’omicidio della mamma, era stato vittima di un investimento stradale finendo in coma. “Manuela si lamentava che non la capivamo e non l’aiutavamo”, ha aggiunto. “Una manipolatrice perché era capace di spostare l’attenzione su se stessa come vittima”, ha spiegato invece Giacomo Saponi, rispondendo ad una domanda del pm Daniele Paci. Dalle deposizioni è emerso che Pierina ei figli sapevano che la nuora aveva una nuova relazione, ma non sapevano con chi.
Ascoltati i testimoni di Geova: ‘Manuela inviò dei messaggi vocali’
In udienza sono stati ascoltati i testimoni di Geova della congregazione frequentata da Pierina Paganelli. “Il 2 ottobre 2023, il giorno prima dell’omicidio la nuora Manuela Bianchi inviò messaggi vocali ad uno degli anziani della congregazione di Marebello-Miramare di Rimini dei testimoni di Geova, frequentata da tutta la famiglia della vittima” – ha riferito Davide Mingucci, uno degli anziani dei testimoni di Geova di Marebello.
Sui contenuti dei messaggi e della situazione della famiglia Paganelli e di Giuliano Saponi, figlio della vittima e marito della Bianchi, legato da una relazione con l’imputato Dassilva, l’anziano si è quasi sempre appellato al segreto confessionale. “Dei problemi della famiglia Saponi non mi informò Pierina ma altre persone”, ha detto il testimone.

