Elicottero scomparso nell’aretino, ritrovati senza vita Mario Paglicci e Fulvio Casini
Si è conclusa nel più tragico dei modi la vicenda dell’elicottero privato Agusta Westland 109 scomparso dai radar nel pomeriggio di domenica 9 novembre, mentre sorvolava l’Appennino al confine tra Marche e Toscana.
A bordo del velivolo, di rientro da un viaggio a Venezia, si trovavano Mario Paglicci, 77 anni, noto imprenditore orafo di Arezzo, e Fulvio Casini, 67 anni, titolare della Marta Immobiliare di Sinalunga (Siena).
Entrambi erano piloti esperti, uniti da una lunga amicizia e dalla passione per il volo. Purtroppo, i loro corpi sono stati ritrovati carbonizzati tra le lamiere del relitto, individuato in una zona boscosa e difficilmente accessibile nei pressi di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo.
Il ritrovamento del relitto
Il relitto dell’Agusta Westland 109, completamente distrutto dalle fiamme, è stato scoperto dai soccorritori dopo ore di ricerche rese complicate dalla natura impervia del territorio.
L’area è stata immediatamente messa in sicurezza e delimitata dalle forze dell’ordine per consentire i rilievi tecnici e l’avvio delle indagini.
Secondo le prime ipotesi, l’elicottero potrebbe aver subito un’avaria improvvisa al motore durante il viaggio di ritorno verso l’aviosuperficie “Serristori” di Castiglion Fiorentino.
La Procura di Arezzo ha aperto un fascicolo per accertare le cause esatte dell’incidente, mentre l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV) ha inviato un team investigativo sul posto per l’analisi del relitto.
Il dolore della famiglia Paglicci: “Ha lasciato la vita con il sorriso”
La notizia ha gettato nel dolore l’intera comunità aretina. La famiglia di Mario Paglicci ha diffuso un commosso messaggio di ringraziamento e ricordo.
“Siamo sereni perché lo zio Mario è scomparso con il suo sogno: il suo amato elicottero. Adorava volare sempre più in alto, nella vita e nel lavoro. È stato un maestro di vita. Ora è il nostro dovere morale continuare a sognare e volare con lui”,
si legge nella nota firmata dai figli Gianluca e Maria, dal fratello Giancarlo e dai nipoti Paolo, Silvia e Alessandra.
La nipote Alessandra ha raccontato che lo zio, poco prima di partire da Venezia, aveva inviato un video in cui sorrideva all’interno dell’elicottero con il pollice alzato:
“Ci ha lasciato con il sorriso e con l’ottimismo che solo un grande imprenditore e un uomo coraggioso sapevano trasmettere.”
Il ricordo degli amici del volo
Grande cordoglio anche tra gli amici e i colleghi dell’aviosuperficie Serristori di Castiglion Fiorentino, dove Paglicci era atteso per il rientro.
Il presidente del club, Franco Bentenuti, ha espresso il dolore di tutta la comunità aeronautica locale:
“Erano due amici appassionati di volo, piloti prudenti e generosi. Condividevamo la stessa passione e lo stesso entusiasmo per i cieli. È una perdita che ci colpisce profondamente.”
Sin dalle prime ore del mattino, Bentenuti e i familiari si erano recati nella zona del campo base dei soccorsi, a Borgo Pace, per seguire le operazioni di recupero.
Due vite unite dalla passione per il cielo
Mario Paglicci e Fulvio Casini erano legati da un rapporto di amicizia sincera, cementato dalla passione per il volo.
Paglicci, imprenditore di fama nel settore orafo, aveva fondato e guidato la Gimar, azienda conosciuta a livello internazionale per la qualità e la creatività delle sue collezioni.
Casini, invece, era un imprenditore immobiliare stimato, titolare della “Marta Immobiliare” di Sinalunga. Entrambi avevano dedicato la loro vita al lavoro, alla famiglia e al sogno di “volare sempre più in alto”.

