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Covid, Omicron 2: cosa sappiamo della sottovariante

La variante Omicron del virus SARS-coV-2 è divenuta prevalente in tutto il mondo a causa della sua facilità di trasmissione. Dallo scorso dicembre è stata sequenziata una sottovariante di coronavirus Omicron-2. Dai primi studi sembrerebbe più contagiosa rispetto alla variante madre, ma ci conforta almeno sapere che non sarebbe più letale. Allo stato attuale la presenza della sottovariante Omicron 2, oltre che in Italia e Danimarca, è stata rilevata anche in Croazia, Gran Bretagna, Svezia, Norvegia e Stati Uniti.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha istituito nel mese gennaio il gruppo di lavoro sulle Origini dei nuovi patogeni, perché scoprire l’origine di queste mutazioni potrebbe aiutare a comprendere come si originano queste varianti e forse si potrebbe riuscire a prevenirle.

Variante Omicron 2 più infettiva?

In particolare è la Danimarca il paese dove la sottovariante è più diffusa. Allo stato attuale, nel resto del mondo il primo ceppo Omicron (BA.1) rappresenta il 98% dei casi Covid, dalla seconda settimana di gennaio Omicron 2 (BA.2) si è affermata come variante dominante nel paese della Sirenetta, dove si stima che rappresenti oltre l’82% dei casi totali di coronavirus. Questi dati derivano da studi condotti dall’Università di Copenaghen, dall’Istituto Statens Serum, dall’Università Tecnica della Danimarca e di Statistics Denmark. Tra dicembre 2021 e gennaio 2022 hanno partecipato a queste ricerche oltre 8.500 famiglie danesi.

Da questi studi è emerso non solo una maggiore capacità di Omicron 2 di contagiare rispetto a Omicron, ma anche che questa sottovariante sarebbe in grado di eludere maggiormente la risposta immunitaria indotta dai vaccini. Lo studio sottolinea in ogni caso l’efficacia dei vaccini in quanto chi ha ricevuto il vaccino e poi si è infettato con la sottovariante Omicron-2 ha meno possibilità di trasmettere la nuova variante ad altre persone rispetto a chi non si è vaccinato. Non vi sarebbero invece differenze rilevanti per quanto riguarda il decorso della malattia, che anche in caso della sottovariante Omicron-2 non sarebbe grave.

Marco Troisi

Giuseppe D'Alto
Giuseppe D'Alto
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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