Phica.net chiude, interviene anche l'AgcomPhica.net chiude, interviene anche l'Agcom

I gestori prendono le distanza dagli utenti: ‘Comportamenti tossici’

Il portale online Phica.net ha annunciato la chiusura definitiva dopo essere finito al centro di una bufera per la diffusione illecita di immagini e video di donne ignare. I gestori hanno sottolineato che la piattaforma, nata come spazio di discussione e condivisione personale, era stata contaminata da utenti responsabili di “comportamenti tossici”, trasformandola in un luogo da cui molti si distanziavano.

Secondo la nota ufficiale, Phica.net era pensata come un ambiente sicuro per condividere contenuti personali, ma la realtà si è dimostrata ben diversa: immagini rubate e accostate a materiale esplicito sono state diffuse senza consenso, colpendo non solo personaggi pubblici, ma anche donne comuni.

Il coinvolgimento delle istituzioni e associazioni

La vicenda ha suscitato reazioni immediate da parte delle istituzioni. Massimiliano Capitanio, commissario AgCom, ha affermato: “Chi ruba foto ruba dignità. Chi ha sbagliato non può restare impunito. AgCom coordinerà la questione anche a livello europeo”.

L’ex deputata Giulia Sarti, vittima di un caso di revenge porn in passato, ha confermato di valutare con il proprio avvocato eventuali azioni legali. Codacons ha sottolineato che la chiusura del sito non basta: “Le principali piattaforme continuano a essere invase da contenuti sessisti e lesivi della dignità delle persone”.

Anche il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, hanno invitato le vittime a denunciare simili episodi, sostenendo l’idea di denunce collettive per proteggere corpo e reputazione delle donne.

Chiara Rabbi
Chiara Rabbi

La denuncia di Chiara Rabbi e la sua battaglia personale

Tra le vittime spicca Chiara Rabbi, ex corteggiatrice di Uomini e Donne, che ha scoperto la presenza del suo nome e alcune sue foto sul sito. Rabbi ha raccontato con lucidità il dolore e la rabbia provati, chiarendo: “Non ho mai fatto scatti nudi. Le foto diffuse sono state rubate e accostate a contenuti che non mi appartengono. Questa è una violenza, un furto della mia identità”.

Chiara Rabbi ha espresso la volontà di affrontare la situazione senza vergogna: “La vergogna deve ricadere su chi viola, sfrutta e ride di fronte a queste cose. Io combatto questa battaglia a testa alta”. La sua denuncia ha evidenziato come la diffusione di immagini private, senza consenso, rappresenti una nuova forma di violenza digitale che colpisce direttamente la dignità delle donne.

Le testimonianze e il peso delle immagini rubate

Chiara Rabbi ha spiegato come la diffusione dei suoi contenuti abbia generato un trauma invisibile: commenti sessisti e manipolazioni hanno trasformato foto comuni in strumenti di umiliazione. La denuncia della giovane mette in luce una realtà crescente: la facilità con cui le immagini personali possono essere rubate e usate per danneggiare le vittime.

La rabbia e il dolore di Rabbi hanno acceso il dibattito sul rispetto della privacy online, mostrando quanto sia urgente creare strumenti di tutela legale più efficaci per proteggere chi subisce violenze digitali.

La chiusura del sito come primo passo

La chiusura di Phica.net rappresenta un segnale importante, ma non sufficiente. Gli esperti e le associazioni insistono sulla necessità di una legislazione chiara e sanzioni severe per chi diffonde materiale rubato. L’obiettivo è tutelare le vittime, prevenire nuovi episodi e garantire che la responsabilità ricada sempre su chi commette il reato, non sulle persone coinvolte.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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