Cosa ha detto Putin al Club Valdai?
Il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo alla conferenza del Club Valdai a Sochi, ha risposto alle crescenti preoccupazioni europee circa un possibile attacco russo ai Paesi membri della Nato.
Con tono sprezzante, Putin ha dichiarato:
“Calmatevi e pensate finalmente ai vostri problemi. È impossibile credere che la Russia voglia attaccare i Paesi europei. Nemmeno i vostri governi ci credono davvero”.
Il leader del Cremlino ha ribaltato le accuse, sostenendo che sia la Nato a essere già in guerra con la Russia, non solo attraverso il sostegno militare all’Ucraina, ma anche con la presenza di istruttori e consiglieri nelle decisioni strategiche di Kiev.
Perché l’allarme della Nato riguarda anche Roma?
Le rassicurazioni di Putin non hanno però convinto il segretario generale della Nato, Mark Rutte, che al Tg1 ha lanciato un messaggio diretto all’Italia:
“Siamo tutti in pericolo. I missili russi più avanzati potrebbero colpire Roma, Amsterdam o Londra a cinque volte la velocità del suono. Questo significa che tutto il fianco orientale dell’Alleanza è minacciato”.
Un avvertimento che ha trovato immediata eco anche a Palazzo Chigi, dove il tema della sicurezza nazionale e della difesa europea è tornato al centro del dibattito.
Cosa preoccupa maggiormente l’Europa?
Le tensioni crescono dopo le accuse rivolte alla Russia per presunti sconfinamenti di jet e droni militari nei cieli di Paesi Ue. Il premier polacco Donald Tusk è stato netto:
“L’Europa è già in guerra con Mosca. Non possiamo illuderci di essere al sicuro. Se l’Ucraina perde, sarà anche la nostra sconfitta”.
Parole che Putin ha parzialmente confermato, ammettendo che “tutti i Paesi Nato sono in guerra con la Russia” ma scaricando sugli occidentali la responsabilità di proseguire un conflitto “voluto dall’Occidente”.
Qual è il ruolo degli Stati Uniti e dei missili Tomahawk?
Una parte rilevante del discorso di Putin è stata dedicata agli Stati Uniti. Nonostante abbia mantenuto toni più concilianti nei confronti di Donald Trump, il leader russo ha minacciato una risposta dura se Washington dovesse fornire a Kiev i missili da crociera Tomahawk, capaci di raggiungere Mosca e superare i 2.500 chilometri di raggio.
“Il loro utilizzo danneggerebbe gravemente le relazioni tra Mosca e Washington”, ha avvertito Putin, pur minimizzando l’impatto militare di quest’arma: “Non cambieranno le sorti sul campo di battaglia. La Russia rafforzerà i suoi sistemi di difesa aerea”.
Come ha risposto Putin alle accuse sull’Ucraina?
Il presidente russo ha accusato Kiev di aver condotto attacchi nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia, sotto controllo russo e da giorni priva di alimentazione esterna.
Putin ha lanciato un monito inquietante:
“L’Ucraina ha ancora centrali elettriche e nucleari in funzione. Cosa ci impedirebbe di reagire?”.
Un’affermazione che riaccende lo spettro di un conflitto in grado di toccare direttamente infrastrutture sensibili e di scatenare conseguenze devastanti per tutta l’Europa.
Perché Putin richiama la storia e accusa l’Occidente?
Nella parte finale del suo intervento, Putin ha evocato la storia dei rapporti tra Russia e Nato, ricordando come Mosca avesse persino ipotizzato, in passato, di entrare nell’Alleanza.
“Due volte ci siamo detti pronti a un’integrazione, ma siamo stati respinti. Ora l’Occidente non può pensare di garantire un equilibrio globale senza la Russia”.
E ancora:
“La Russia non mostrerà mai debolezza. La nostra storia dimostra che la debolezza porta solo alla tentazione di aggredirci. Non accadrà mai”.
Il botta e risposta tra Putin e i vertici Nato si traduce in un nuovo aumento della tensione internazionale.
Da un lato il Cremlino cerca di rassicurare, dichiarando di non avere interesse a colpire i Paesi europei. Dall’altro, l’Alleanza Atlantica alza il livello di allerta, mettendo in guardia l’opinione pubblica e i governi: i missili ipersonici russi potrebbero colpire capitali come Roma in pochissimi minuti.
Un quadro che conferma come, dietro le dichiarazioni, resti una guerra di nervi destinata a durare a lungo, con l’Europa stretta tra la paura di un’escalation e la necessità di difendere la propria sicurezza.