Shiloh HendrixShiloh Hendrix

Uno scenario paradossale e inquietante si è aperto a Rochester, in Minnesota, dove una donna di 36 anni, Shiloh Hendricks, è diventata protagonista di un episodio che ha fatto emergere come le discriminazioni per il colore della pelle non siano ancora superate.

L’episodio al parco e la frase razzista

Tutto inizia in un parco giochi, in un pomeriggio come tanti. Hendricks, con in braccio il figlio di poco più di un anno, si avvicina a un bimbo afroamericano di appena cinque anni, accusandolo di aver rubato dei pannolini dalla borsa del suo bambino. Ma il confronto degenera. La donna lo insulta, chiamandolo “nigger”, termine razzista tra i più gravi e offensivi nella cultura statunitense. A riprendere la scena c’è Sharmake Omar, un passante che assiste all’intero episodio e condivide il video online.

Il bambino insultato è di origine somala e affetto da disturbi dello spettro autistico. Il video diventa virale nel giro di poche ore, scatenando una bufera di indignazione su Hendricks. Ma la reazione della donna è sorprendente: invece di scusarsi o ritirarsi dal dibattito, apre una raccolta fondi sulla piattaforma GiveSendGo.

Nella descrizione della campagna, scrive: “Mi trovo in una situazione davvero difficile. Quel bambino ha rubato dalla borsa dei pannolini di mio figlio e io l’ho chiamato per quello che era.” Nessun pentimento, nessuna ritrattazione. Solo una rivendicazione esplicita delle proprie azioni. Hendricks aggiunge di essere stata seguita fino all’auto da Omar, che ha pubblicato i video online, scatenando una “shitstorm” nei suoi confronti.

Una raccolta fondi da centinaia di migliaia di dollari

Il risultato? In pochi giorni, la raccolta fondi supera i 600mila dollari, con l’obiettivo dichiarato di arrivare a un milione. Una somma spropositata, che getta benzina sul fuoco del dibattito sociale: com’è possibile che un gesto razzista venga premiato economicamente?

Nel frattempo, i dettagli emergono. Il nome dell’uomo che ha registrato il video, Sharmake Beyle Omar, è stato reso pubblico da Sarah Fields, delegata repubblicana locale, che ha aggiunto elementi controversi al racconto. Fields afferma che Omar ha un passato con le forze dell’ordine e che nel 2023 fu accusato – poi scagionato – per condotta sessuale criminale. Nonostante ciò, l’uomo era semplicemente al parco con i suoi figli e ha deciso di intervenire vedendo l’episodio.

La solidarietà di Naacp

La vicenda è esplosa a livello nazionale. La NAACP, storica organizzazione americana per la difesa dei diritti civili, ha espresso solidarietà al bambino e alla famiglia, chiedendo l’apertura di un’indagine per crimine d’odio contro Hendricks. Le autorità locali hanno confermato che stanno valutando questa ipotesi.

Nel frattempo, la donna dichiara che la sua vita è stata stravolta: numero di telefono pubblico, indirizzo divulgato, e suo figlio maggiore che ora “ha paura di andare a scuola”. Ma per milioni di americani, la vera violenza è stata quella subita da un bambino di cinque anni, colpevole solo del colore della sua pelle.

Un episodio che divide

Il caso ha diviso l’opinione pubblica. Se da un lato c’è chi difende Hendricks parlando di “libertà di parola” e “reazione emotiva”, dall’altro sono sempre di più quelli che vedono in questa storia l’emblema del razzismo strutturale e dell’assurdità del profitto costruito sull’odio.

Il dibattito, in America, è tutt’altro che chiuso. Ma una cosa è certa: il volto di un Paese ferito dalla discriminazione è di nuovo sotto i riflettori. E stavolta, l’indignazione ha il volto di un bambino in lacrime.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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