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Uccise il vicino di casa a Treviglio: ‘Silvana Erzembergher incompatibile con il carcere’

Sarà scarcerata la 71enne che la mattina del 28 aprile uccise a Treviglio il vicino di casa in via Brasside che era sceso di casa per portare a passeggio il cagnolino. Il 61enne Luigi Cusati fu raggiunto da quattro colpi d’arma da fuoco fatti esplodere da Silvana Erzembergher, giostraia di 71 anni.

La 71enne uccise Luigi Cusati e ferì la moglie, per il consulente non era capace di intendere e di volere

La donna sparò alle gambe anche la moglie della vittima, la 58enne Monica Leoni, scesa disperatamente in strada dopo aver udito gli spari. Il drammatico episodio fu ripreso da alcuni video girati dai condomini. A distanza di oltre due mesi dall’omicidio è stata depositata la consulenza psichiatrica voluta dal pm Guido Schininà che ha riconosciuto l’incapacità di intendere e di volere della donna.

Il magistrato inquirente ha chiesto la scarcerazione della donna in quanto il suo stato di salute mentale è ritenuto incompatibile con il regime carcerario. Silvana Erzembergher è ritenuta socialmente pericolosa e per tale motivo è stata trasferita al Rems, la Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, di Castiglione delle Stiviere (Mantova). Posizione che sarà rivalutato tra sei mesi. La Corte dovrà valutare l’imputabilità della 71enne.

Luigi Cusati con la moglie

Silvana Erzembergher sarà trasferita al Rems, l’errore di trascrizione e la tragedia che poteva essere evitata

Una decisione che ha destato scalpore e rabbia tra familiari e condomini. Tra la donna e i vicini c’erano state tensioni in passato in quanto riteneva che fossero autori di alcuni ‘dispetti’ (citofonare la notte). Accuse immotivate secondo il figlio della coppia: “Le sue accuse erano infondate”.

Alla 71enne erano stati contestati i futili motivi. Una vicenda che avrebbe potuto prendere una piega diversa se dopo la denuncia presentata il 28 maggio del 2021 da Monica Leoni – fu inseguita da Silvana Erzembergher con un bastone – fosse stata sequestrata la Revolver calibro 38 che deteneva regolarmente.

Una misura che non fu eseguita per un errore nel verbale di denuncia dell’anziana che era stata indicata con Erzembergher Zanda come scritto sul campanello dell’appartamento di via Brasside, a Treviglio. In realtà si trattava del cognome del marito. All’epoca la donna non fu identificata neanche dalla polizia locale in quanto non aveva trasferito ancora la sua residenza a Treviglio.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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