La centenaria trovata morta in un appartamento di via De Gasperi, a BergamoLa centenaria trovata morta in un appartamento di via De Gasperi, a Bergamo

Le novità dalle indagini: simulava le telefonate per rassicurare il fratello

Nuovi dettagli emergono dall’inchiesta sul caso di Bergamo, dove il corpo mummificato di Francesca Pettinato, 101 anni, è stato trovato nell’appartamento della figlia, Pasqua Bagnara, in via De Gasperi. Secondo fonti investigative, la sessantenne avrebbe simulato per mesi la voce della madre defunta, rispondendo alle chiamate del fratello che dalla Liguria inviava sostegno economico. Un inganno che ora apre la strada non solo all’accusa di occultamento di cadavere, ma anche a quella di truffa ai danni dello Stato e della famiglia.

Il sospetto: soldi e pensione dietro il silenzio

Gli inquirenti stanno verificando se, dopo la morte della centenaria, la figlia abbia continuato a utilizzare il conto corrente della madre, su cui veniva accreditata la pensione. Pettinato percepiva meno di mille euro al mese, ma la figlia e il fratello avevano firma sul conto. Gli investigatori controllano anche eventuali benefici derivanti dalla legge 104, che consente permessi retribuiti per l’assistenza ai familiari. Secondo i vicini, la donna avrebbe nascosto il corpo «per soldi», un sospetto che trova riscontro nella scelta di mantenere serrate le tapparelle e nel rifiuto di aprire ai ripetuti controlli della polizia locale.

Le prime parole agli agenti: «Vi porto da mamma»

Quando mercoledì i vigili del fuoco hanno forzato la portafinestra, Pasqua Bagnara ha accolto gli agenti senza resistenza e li ha condotti in camera: «Venite, vi porto a vedere dove è la mamma», avrebbe detto con tono pacato. Sul letto, il corpo della centenaria, avvolto da lenzuola e coperte, il volto quasi intatto per il processo di mummificazione. «Non volevo lasciarla andare via», ha confidato agli investigatori. Una frase che segna il confine fragile tra disperazione personale e rilevanza penale.

L’inchiesta e l’autopsia: atteso l’intervento di esperti

Il pubblico ministero Giulia Angeleri ha aperto un fascicolo con le ipotesi di occultamento di cadavere e truffa. L’autopsia sarà affidata al medico legale Matteo Marchesi, che ha chiesto la collaborazione di un esperto di corpi mummificati: verrà coinvolto il team di Cristina Cattaneo, già noto per il caso Yara Gambirasio. Obiettivo: stabilire con certezza la data del decesso e chiarire ogni dubbio sulle cause della morte.

‘Ordinava sempre due pizze alla boscaiola’

Nonostante la macabra realtà celata in casa, la figlia conduceva una vita apparentemente normale. Lavorava per l’Inail, spesso in smart working, e nel quartiere si presentava curata. Un pizzaiolo ha riferito: «Veniva intorno alle 20:30, prendeva sempre due pizze boscaiola, una grande e una piccola. Mai una consegna a domicilio». Un’abitudine che faceva pensare a una convivenza ancora in corso con la madre, alimentando inconsapevolmente la cortina di normalità dietro cui la donna si nascondeva.

I dubbi del fratello e lo choc della scoperta

Il fratello, residente a Genova, aveva da tempo manifestato dubbi. Non riusciva a vedere la madre, nonostante inviti e sollecitazioni. La sorella trovava sempre una scusa: ferie mancanti, problemi di salute o difficoltà negli spostamenti dell’anziana. Persino un mese fa, al telefono, la voce «in lontananza» della madre lo aveva rassicurato. Ma era una recita. Mercoledì sera l’uomo è arrivato a Bergamo, avvisato dalla polizia, e ha trovato la verità: la sorella, il silenzio e il corpo di sua madre adagiato sul letto da oltre un anno.

Un dramma tra fragilità e responsabilità penali

Il caso resta sospeso tra la dimensione intima di un dramma umano e il peso delle accuse giudiziarie. L’aspetto psichiatrico della vicenda sarà centrale: la donna era stata in cura al Centro Psico Sociale di Bergamo fino a pochi anni fa. Oggi è ricoverata in Psichiatria al Papa Giovanni XXIII. Intanto, la Procura accerta se la sua scelta sia stata dettata da un attaccamento patologico, da un calcolo economico o da entrambe le cose.

Di Giuseppe D'Alto

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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