Elisabetta Polcino e Salvatore Ocone, a destra il luogo della tragediaElisabetta Polcino e Salvatore Ocone, a destra il luogo della tragedia

Dove si è rifugiato Salvatore Ocone dopo la strage?

Era ancora sporco di sangue, con addosso i segni della mattanza. Dopo aver ucciso a colpi di pietra la moglie Elisa Polcino e il figlio Cosimo, lasciando in fin di vita la figlia sedicenne, Salvatore Ocone si sarebbe rifugiato in un luogo per lui familiare: una chiesa in località Pagani, nei pressi della sua abitazione a Paupisi, in provincia di Benevento.

Il dettaglio, che aggiunge ulteriore inquietudine alla vicenda, è stato confermato dal suo avvocato, Giovanni Santoro, nel corso dell’udienza davanti al gip di Campobasso Silvia Lubrano, che ha convalidato il fermo dell’uomo.


Il legame tra Ocone e la chiesa in località Pagani

Secondo quanto riferito dalla difesa, l’agricoltore era solito frequentare quel luogo sacro nei momenti di crisi:

«Lui ha detto di essere particolarmente credente – ha spiegato l’avvocato Santoro –. Si affida molto alla dimensione mistica ed è devoto alla Madonna venerata in quella chiesa».

Gli inquirenti hanno trovato all’interno del luogo di culto tracce di sangue compatibili con Ocone, confermando che l’uomo, subito dopo la strage, abbia cercato rifugio lì, in uno dei posti che considerava “sicuri”.


Quali sono le condizioni della figlia sedicenne?

Mentre Ocone è ora rinchiuso nel carcere di Campobasso, in isolamento e sotto stretta sorveglianza, la figlia sedicenne lotta tra la vita e la morte.

La giovane è ricoverata al Neuromed di Pozzilli per le fratture multiple al cranio riportate durante l’aggressione. Le sue condizioni restano gravi ma stazionarie.


Cosa ha raccontato l’avvocato di Ocone?

Secondo il legale, il suo assistito si trova in uno stato di totale confusione mentale:

«Non è in grado di elaborare la gravità di quello che ha commesso. Non ha stabilità psichica, non fa domande e ha lo sguardo fisso nel vuoto».

Santoro ha spiegato che quando gli ha comunicato il miglioramento delle condizioni della figlia, Ocone ha pianto, per poi tornare subito dopo a un atteggiamento impassibile.
Un quadro che richiama i precedenti clinici: l’uomo in passato era stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio dal Centro di Salute Mentale di Puglianello (Asl di Benevento).


Ocone si è reso conto di aver ucciso?

Secondo quanto emerso, l’uomo non ha neppure piena coscienza dell’accaduto:

«Non si è reso conto che un figlio era morto e che la figlia era viva – ha evidenziato l’avvocato –. Soffre di vuoti di memoria preesistenti, dimentica interi eventi a causa della sua patologia psichiatrica».

Gli inquirenti intendono ora valutare se tali condizioni abbiano inciso sulla sua capacità di intendere e di volere al momento della strage.


Attesa per l’autopsia

La prossima settimana verranno effettuate le autopsie sui corpi di Elisa e Cosimo, disposte dalla Procura di Benevento. L’udienza per il conferimento dell’incarico al medico legale è stata fissata per lunedì.

Solo al termine degli esami sarà possibile celebrare i funerali delle due vittime, che si terranno in un’unica cerimonia voluta dal figlio maggiore, Mario, trasferitosi anni fa a Rimini. Per l’occasione, il sindaco di Paupisi Salvatore Coletta ha proclamato il lutto cittadino.


Qual è lo stato attuale di Ocone

Al momento, Salvatore Ocone si trova in isolamento nel carcere di Campobasso. È sotto sorveglianza costante perché si teme possa compiere gesti autolesivi, come già avvenuto durante la fuga, quando fu trovato in auto con ferite autoinflitte oltre che ricoperto del sangue delle vittime.

Il suo stato mentale sarà al centro delle prossime valutazioni, mentre la comunità di Paupisi resta sotto shock per una tragedia che ha spezzato due vite e sconvolto per sempre un’intera famiglia.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *