Secondo annullamento per Mario Venditti nel “sistema Pavia”
Nuovo colpo di scena nell’inchiesta bresciana sul presunto “sistema Pavia”. Il Tribunale del Riesame di Brescia ha disposto l’annullamento del decreto di perquisizione e sequestro a carico dell’ex procuratore capo di Pavia Mario Venditti, indagato per peculato e corruzione.
Si tratta del secondo annullamento ottenuto dal magistrato in pensione nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura di Brescia, che indaga su presunti abusi nella gestione delle spese della Procura pavese, tra intercettazioni, auto di servizio e fondi riservati.
Le accuse e il filone Garlasco
L’inchiesta bresciana si intreccia con un secondo procedimento, anch’esso in corso a Brescia, in cui Venditti è accusato di corruzione in atti giudiziari insieme al padre di Andrea Sempio, amico di Chiara Poggi, la giovane uccisa nel 2007 a Garlasco.
Secondo l’ipotesi accusatoria, l’ex procuratore avrebbe favorito la posizione di Sempio nel 2017, quando ne dispose l’archiviazione.
Ma la Procura di Pavia ha nel frattempo riaperto il caso Poggi, ipotizzando per Sempio l’accusa di omicidio in concorso con “altri soggetti” o con Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per l’omicidio.
La possibile denuncia di Venditti
Dopo la decisione del Riesame, Venditti passa al contrattacco. Come ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Domenico Aiello, l’ex magistrato sta valutando la possibilità di presentare una denuncia sulla formulazione del capo d’imputazione nei confronti di Sempio.
“Non c’è dubbio – afferma Aiello – che sia una rappresentazione falsa iscrivere qualcuno in concorso con un altro, quando la Cassazione ha stabilito che sulla scena del crimine era presente un solo assassino, ovvero Stasi.”
Per la difesa di Venditti, l’atto della Procura di Pavia configurerebbe un possibile falso ideologico.
In caso di presentazione formale della denuncia, la competenza sul fascicolo passerebbe alla Procura di Venezia.
“Un’indagine contraria alle procedure”
L’avvocato Aiello sostiene che le due indagini bresciane nei confronti del suo assistito siano strumentali a riaprire il caso Garlasco e “colpire indirettamente” Venditti, che nel 2017 aveva disposto l’archiviazione di Sempio.
“L’ex magistrato è l’obiettivo mediato da colpire – dichiara il legale – perché lo scopo finale è sostenere l’innocenza di Stasi e individuare un nuovo colpevole. Ma ciò si sta facendo in modo contrario alle procedure, senza una preventiva istanza di revisione sul giudicato Stasi.”
Il Riesame: “Assenza di indizi”
Con la decisione del Riesame di Brescia, i giudici hanno ordinato la restituzione di telefoni, computer e hard disk sequestrati lo scorso 9 ottobre a Venditti e al pm Pietro Paolo Mazza (oggi in servizio alla Procura di Milano), nell’ambito del filone sulle spese dell’ufficio pavese.
L’avvocato Massimo Dinoia, difensore di Mazza, ha espresso soddisfazione:
“L’ordinanza ha accolto le nostre censure, fondate sull’assoluta mancanza di indizi. È un atto che rende giustizia a un magistrato che si è sempre distinto per correttezza ed equilibrio.”
Tuttavia, per Venditti i dispositivi restano sotto sequestro nell’altro procedimento relativo a Garlasco, nonostante un precedente annullamento già ottenuto. La difesa ha presentato un nuovo ricorso e attende la fissazione dell’udienza.
Le accuse ai pm di Brescia
In una lunga nota, Venditti ha usato toni duri anche contro i magistrati bresciani, accusandoli di aver “falsificato le carte” pur di ottenere una perquisizione “punitiva”.
“Pur di sottopormi a un sequestro infamante e di espormi al pubblico ludibrio dopo oltre quarant’anni di carriera specchiata – scrive – i pm hanno falsificato i documenti, affermando che avrei acquisito autovetture a titolo gratuito o a prezzi di favore, contrariamente a quanto relazionato dalla Guardia di Finanza già a luglio.”
Venditti parla di “linciaggio di piazza” e di provvedimenti “totalmente illegittimi e arbitrari”, auspicando che “chi ha il potere di vigilare” intervenga al più presto “per arrestare questa deriva”.
Prossime mosse
L’avvocato Aiello presenterà domani al gip di Brescia un’istanza di incidente probatorio sulle copie forensi dei dispositivi sequestrati, dopo che la Procura aveva disposto accertamenti irripetibili.
Il legale intende inoltre depositare una memoria difensiva volta a contestare la legittimità delle perquisizioni e a chiedere l’esclusione di materiale ritenuto “estraneo e personale”.
Un quadro giudiziario complesso
Con due procedimenti aperti, ricorsi pendenti e un’inchiesta parallela sul caso Poggi, la posizione dell’ex procuratore resta giuridicamente intricata.
Il doppio annullamento ottenuto nelle ultime settimane rappresenta tuttavia, per la difesa, un segnale di illegittimità delle accuse e un primo passo per ricostruire, nelle parole di Venditti, “la verità su un attacco mediatico e giudiziario senza precedenti”.

