Ryan Borgwardt ha finto di morire per raggiungere l'amanteRyan Borgwardt ha finto di morire per raggiungere l'amante

Una fuga surreale: il piano di Ryan Borgwardt

Sembrava la trama di un film, ma era tutto reale. Ryan Borgwardt, 45 anni, originario del Wisconsin, ha inscenato la propria morte mentre faceva kayak sul lago Green, a circa 160 chilometri da Milwaukee. Uscito di casa nell’agosto 2024 dopo aver detto alla moglie che si sarebbe concesso una gita in barca, ha fatto perdere le proprie tracce. La prima ipotesi formulata dagli investigatori fu quella di un annegamento accidentale, ma i dubbi aumentarono man mano che le ricerche non restituivano alcun corpo.


89 giorni da “fantasma”: cosa è successo dopo?

Le indagini si sono protratte per settimane, mobilitando forze dell’ordine, sommozzatori e volontari. Un impegno costoso, che ha portato a un conto salato per le casse pubbliche. A insospettire gli inquirenti furono alcuni dettagli: Borgwardt aveva ottenuto un nuovo passaporto pochi mesi prima della scomparsa, e alcuni movimenti sospetti emersi dalle verifiche bancarie fecero ipotizzare che non fosse mai morto davvero.


L’amante uzbeka e il trasferimento in Georgia

Dopo aver abbandonato moglie e tre figli, Borgwardt aveva raggiunto una donna uzbeka conosciuta online. La relazione extraconiugale era diventata la sua nuova vita, lontano dal Wisconsin e dalla famiglia costruita in 22 anni di matrimonio. La fuga lo aveva portato fino in Georgia, dove pensava di poter ricominciare da zero, mentre a casa sua si consumava il dramma di una presunta vedovanza.


Il ritorno e la resa: perché è stato scoperto?

Gli investigatori statunitensi hanno seguito le tracce lasciate dal 45enne, fino a localizzarlo all’estero. Convinto a rientrare negli Stati Uniti, Borgwardt si è consegnato spontaneamente nel dicembre 2024. Davanti al giudice Mark Slate, ha dichiarato: «Mi pento profondamente delle azioni che ho compiuto e del dolore che ho causato alla mia famiglia e ai miei amici».


La condanna: carcere e risarcimento per le ricerche

La sentenza è arrivata in questi giorni. Il giudice della contea di Green Lake ha inflitto a Borgwardt una pena di quasi tre mesi di carcere – uno per ogni giorno trascorso da “scomparso” – oltre al pagamento di 30 mila dollari come rimborso per le costose ricerche. Una decisione che, secondo il magistrato, dovrà fungere da deterrente per chiunque pensi di simulare la propria morte, ingannando famiglia e autorità.


La fine del matrimonio e la nuova vita della moglie

Mentre Borgwardt affrontava il processo, sua moglie – sposata con lui da oltre due decenni – ha chiesto e ottenuto il divorzio quattro mesi dopo la scoperta della fuga. Una rottura definitiva che ha segnato la conclusione di una storia familiare costruita in 22 anni e interrotta nel modo più traumatico.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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