L’incidente domestico mentre aiutava la madre a fare il bucato
Un attimo di distrazione può avere conseguenze drammatiche, soprattutto quando in gioco ci sono i bambini. È il caso di Luca de Groot, una bimba australiana di appena quattro anni, che ha trascorso sedici giorni in ospedale a Perth dopo essere rimasta gravemente ferita da una capsula di detersivo Persil. L’incidente è avvenuto mentre aiutava la madre a fare il bucato: la piccola, incuriosita dalla forma e dai colori della capsula, l’ha morsa. Il detersivo contenuto è esploso, spruzzandosi negli occhi della bambina.
‘Si è strofinata gli occhi peggiorando la situazione’
“Si è strofinata gli occhi, peggiorando la situazione. Urlava e non si calmava”, racconta Jodi de Groot, 34 anni, al Mirror. Inizialmente, pensando che una doccia potesse bastare, la madre ha subito contattato un centro antiveleni, che le ha consigliato di recarsi immediatamente in ospedale. Nonostante diversi tentativi di risciacquo, le condizioni di Luca hanno richiesto tre interventi chirurgici, tra cui un trapianto di membrana amniotica per riparare i danni agli occhi. “A un certo punto, hanno pensato che ci sarebbe stata bisogno di una quarta operazione perché non apriva gli occhi”, ha aggiunto Jodi.
Le conseguenze e un recupero lungo
Fortunatamente, la bambina è potuta tornare a casa, ma il recupero sarà lungo: presenta ancora un lieve deficit visivo e dovrà convivere con il rossore per diversi mesi. Segnata dall’incidente, la madre ha criticato le avvertenze sulle confezioni: “Dice solo di consultare un medico. Dovrebbe dire di andare direttamente in ospedale. Non basta”.
La vicenda ha acceso un dibattito sulla sicurezza dei prodotti per il bucato. Le capsule colorate e profumate sono attraenti per i bambini, ma possono essere pericolose se ingerite o a contatto con gli occhi. Un portavoce di Unilever, produttore di Persil, ha dichiarato: “Siamo profondamente addolorati per questo incidente. La sicurezza è la nostra priorità e i nostri prodotti sono dotati di chiusure a prova di bambino e avvertenze visibili, in conformità con gli standard del settore”.
‘É accaduto tutto in una frazione di secondo’
Jodi ha deciso di rendere pubblica la storia della figlia per mettere in guardia altri genitori. “Ho sempre acquistato quelle capsule colorate 3 in 1 e le ho sempre tenute lontane dalla mia bimba. Lei mi stava aiutando con il bucato, quando improvvisamente ne ha presa una e, mentre ero girata, l’ha morsicchiata facendola esplodere. È accaduto tutto in una frazione di secondo”.
Le polemiche: etichette troppo leggere sulle confezioni?
Oggi la madre chiede etichette più chiare e immagini forti, che rendano evidente il rischio reale per i più piccoli. “Mi sento in colpa, ma se raccontare la nostra storia può evitare ad altri lo stesso dolore, allora è giusto farlo”, conclude.
Secondo gli esperti, il pericolo delle capsule non è solo chimico, ma anche visivo e tattile: la loro forma e il colore attraggono i bambini, rendendo la supervisione costante una misura imprescindibile. La vicenda di Luca sottolinea quanto possa essere rapido il passaggio da una routine domestica innocua a un episodio drammatico, ricordando ai genitori di non sottovalutare mai la curiosità dei più piccoli.