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Il rap francese perde uno dei suoi volti più intensi e riservati: addio a Werenoi

Il mondo della musica francese è in lutto per la morte di Werenoi, pseudonimo di Jeremy Bana Owona, scomparso a soli 31 anni in seguito a un arresto cardiorespiratorio. L’artista, considerato tra i più talentuosi e promettenti del panorama rap europeo, è deceduto in ospedale, dove era stato ricoverato d’urgenza per un improvviso peggioramento delle sue condizioni di salute. A dare l’annuncio è stato il suo storico produttore, Babs, con un commosso post sui social: “Riposa in pace, fratello mio”.


Una stella silenziosa che brillava nelle classifiche

Nato nel 1994 a Montreuil, nella banlieue parigina, e cresciuto in una famiglia di origini camerunensi, Werenoi aveva costruito in pochi anni una carriera fulminante. Nonostante la sua immagine appartata, era diventato l’artista più venduto in Francia nel 2023 e nel 2024, superando nomi globali come Taylor Swift, secondo i dati dello Snep, il sindacato dell’editoria fonografica francese.

Il successo del rapper era stato certificato anche da piattaforme come Spotify, dove contava quasi 7 milioni di ascoltatori mensili, e dove la notizia della sua morte è stata accolta con dolore: “In soli cinque anni ha lasciato un segno indelebile nel rap e nella musica francese”, si legge in un messaggio ufficiale pubblicato su X.


“Preferisco il mistero”: l’uomo dietro la musica

Werenoi era famoso non solo per la sua voce graffiante e la profondità dei testi, ma anche per la sua estrema riservatezza. Parlava raramente di sé, non concedeva interviste se non occasionalmente, e si mostrava in pubblico sempre con occhiali da sole e un’espressione imperturbabile. «Preferisco tenere la mia vita privata per me. Racconto abbastanza di me stesso nei testi», aveva dichiarato in un’intervista al Le Parisien nel gennaio 2024.

Educato al valore del silenzio e del lavoro dalla famiglia, Werenoi era fiero della sua umiltà: «Il successo è arrivato rapidamente, è vero. Ma per me non è motivo di festeggiare. È solo segno che abbiamo lavorato bene. Bisogna tenere la testa sulle spalle», spiegava.


Dalla prima traccia al trionfo: la parabola artistica

Il debutto ufficiale risale al 2021, con il singolo Guadalajara. Da lì, una scalata costante che lo ha portato a pubblicare hit come Carré, Telegram, Telegram 2, e il fortunatissimo album Pyramide, uscito nel 2023. Un anno dopo, nel 2024, è arrivato il seguito, Pyramide 2, che ha conquistato immediatamente la vetta delle classifiche.

L’ultimo lavoro, uscito quest’anno, è Diamant noir, considerato da molti il suo capolavoro più maturo: una riflessione cupa e poetica su vita, identità e sopravvivenza in periferia.


Una rivelazione premiata, ma mai ostentata

Nel 2023 era stato premiato come Rivelazione maschile dell’anno ai Les Flammes, i premi musicali più prestigiosi di Francia. Ma, fedele al suo stile, aveva accettato il riconoscimento con sobrietà, evitando riflettori e celebrazioni plateali. «Passo la vita in studio», raccontava, «il mio modo di esprimermi è attraverso la musica, non con le parole».

Questa autenticità gli aveva guadagnato il rispetto trasversale di pubblico, critica e colleghi, che oggi lo piangono come un talento schivo ma immenso, capace di raccontare la durezza della vita in modo poetico e credibile, senza mai cedere al glamour.


Il silenzio che resta

La morte di Werenoi lascia un vuoto profondo. Un vuoto fatto di versi non scritti, beat non ancora prodotti, e soprattutto di un talento che avrebbe potuto ancora dire moltissimo. La sua carriera si è conclusa troppo presto, ma il suo impatto sulla scena musicale francese – e oltre – è destinato a durare.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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