Morte Baudo: l’annuncio su Rete 4, poi lo speciale su Rai 1
Quando si pensa a Pippo Baudo, il collegamento immediato è con la Rai, la televisione di Stato che ha contribuito a renderlo un’icona assoluta della cultura popolare italiana. Un pezzo di storia di Viale Mazzini, l’uomo dei record, il volto che ha accompagnato generazioni di spettatori tra varietà, musica e grandi eventi.
L’edizione straordinaria mentre si parlava di Baudo ad Evviva, le lacrime di Mara Venier
Per uno scherzo del destino, però, è stata proprio Mediaset a dare per prima la notizia della sua scomparsa. Nella serata di sabato 16 agosto, infatti, su Rete 4, durante la trasmissione 4 di sera Weekend condotta da Costanza Calabrese, è arrivata la comunicazione della morte di “SuperPippo”, scomparso a 89 anni.
Solo una ventina di minuti più tardi Rai 1 (RaiNews 24 aveva già dato il lancio), sua casa storica, ha interrotto la programmazione di Evviva, ironia della sorte una replica condotta da Gianni Morandi sulla storia della televisione italiana, per aprire uno speciale del Tg1 condotto da Giorgia Cardinaletti. A rendere ancora più forte l’impatto emotivo, il ricordo in diretta, con le lacrime agli occhi, di Mara Venier, che non ha trattenuto la commozione davanti al pubblico.
Un ritardo che farà discutere, ma che la Rai ha riscattato con uno speciale ricco di immagini, ricordi e testimonianze dedicate a uno dei protagonisti assoluti della sua storia. Sono intervenuti Carlo Conti, Antonella Clerici, Milly Carlucci, Renzo Arbore, Piero Chiambretti, Andrea Bocelli.
Una parentesi a Mediaset: il contratto milionario e il passo indietro
L’associazione tra Baudo e la Rai è stata così stretta da rendere quasi marginali le esperienze lontano da Viale Mazzini. Eppure una parentesi, breve ma significativa, ci fu.
Era l’autunno del 1987 quando, in seguito a un’accesa polemica con l’allora presidente della Rai Enrico Manca, che lo definì “popolare nazionale”, Pippo Baudo decise di passare alla corte di Silvio Berlusconi. Il suo arrivo in Fininvest fu un colpo mediatico: un contratto milionario in esclusiva per tre anni e il debutto su Canale 5 con il varietà Festival, affiancato da Lorella Cuccarini, la showgirl che lui stesso aveva lanciato a Fantastico.
Le aspettative erano altissime, ma il successo non fu quello sperato. Gli ascolti rimasero al di sotto delle attese e, dopo pochi mesi, nel gennaio 1988, Baudo decise di rescindere l’accordo, pagando una penale salata pur di tornare libero. Da lì a poco avrebbe riallacciato i rapporti con la Rai, tornando a guidare proprio il palco che più di ogni altro ha segnato la sua carriera: il Festival di Sanremo, da lui condotto ben tredici volte, più di chiunque altro.
Il simbolo della tv italiana
Pippo Baudo non è stato soltanto un conduttore: è stato un “talent scout” (da Cuccarini a Heather Parisi), un regista della televisione di intrattenimento, un uomo capace di dettare i tempi del piccolo schermo. Da Canzonissima a Fantastico, da Domenica In a Novecento, ha attraversato più di mezzo secolo di storia televisiva.
Con la sua scomparsa, si chiude un’epoca. La sua figura rimarrà legata indissolubilmente alla Rai, ma quella fugace parentesi a Mediaset e l’annuncio della sua morte arrivato prima proprio da Rete 4 restano come paradossali dettagli che raccontano, una volta di più, l’intreccio tra vita, carriera e destino.