Come sono stati rubati i video di Stefano De Martino?
Stefano De Martino si trova al centro di una delle vicende più delicate della sua carriera. Alcuni video privati che lo ritraggono in atteggiamenti intimi con la fidanzata, Caroline Tronelli, sono stati sottratti e diffusi online. Tutto è iniziato con un accesso abusivo al sistema di sorveglianza installato nell’abitazione della compagna: un allarme collegato a un modem Sky, a sua volta connesso a una rete Tim.
I filmati sono stati caricati su un noto portale che raccoglie migliaia di contenuti simili, provenienti da camere da letto di tutto il mondo. Come rivelato da La Repubblica, ogni video era accompagnato dal nome della città di provenienza: da Roma a Milano, da Bologna a Firenze fino a Palermo e Catanzaro.
La scoperta grazie a utenti anonimi
Secondo Repubblica, De Martino ha scoperto la violazione il 9 agosto, dopo essere stato avvisato da alcuni “utenti anonimi” che lo avevano contattato. Nella denuncia presentata, il conduttore ha sottolineato come il sistema di allarme della compagna fosse vulnerabile, aprendo la strada al furto digitale dei video.
Le vittime hanno incaricato anche un investigatore privato, che ha confermato come i filmati siano stati caricati su più siti prima di essere rimossi. Tuttavia, il materiale ha continuato a circolare in chat su Telegram e perfino su Facebook, dove sono comparsi post denigratori che hanno preso di mira perfino il figlio minore del conduttore. “Vergognosi” li ha definiti De Martino.
Il ricatto prima della diffusione
Come svelato da Dagospia, prima della pubblicazione dei video in rete, il conduttore di Affari Tuoi è stato contattato da un utente anonimo che gli ha chiesto del denaro in cambio della mancata diffusione. Il conduttore ha sporto denuncia, ma i filmati sono finiti comunque online.
Le azioni legali e l’indagine della Procura per accesso abusivo
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando il reato di accesso abusivo a un sistema informatico e la violazione dell’articolo 612-ter del codice penale, che punisce la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite con pene da uno a sei anni di carcere e multe fino a 15.000 euro.
L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, con la Polizia Postale incaricata di individuare gli hacker e coloro che hanno diffuso i filmati. I legali del conduttore hanno presentato denunce anche alla Polizia di Porto Cervo e allegato screenshot di commenti offensivi comparsi online.
Il ruolo del Garante per la privacy
Il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto immediatamente, ordinando il blocco della diffusione dei contenuti. “La divulgazione di materiale intimo, anche di personaggi noti, è suscettibile di causare un danno grave e irreparabile”, ha ricordato l’Autorità, che ha avviato un’istruttoria e si riserva ulteriori provvedimenti sanzionatori.
La battaglia ancora lunga
Come spiegato da Fanpage, nonostante la rimozione iniziale dai portali, la “bonifica totale” del web è ancora lontana: i video continuano a riapparire su piattaforme e chat, e la battaglia legale e tecnologica per fermarne la diffusione si preannuncia lunga e complessa.
Un tema di privacy e società
La vicenda di Stefano De Martino riaccende il dibattito sull’uso improprio delle tecnologie, sulla fragilità dei sistemi di sorveglianza domestica e sul rispetto della privacy nell’era digitale. Per personaggi pubblici come lui, la violazione non si limita all’aspetto personale ma diventa un caso mediatico e giudiziario di rilevanza nazionale.