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La mattina del 24 maggio ero a Serre, comune degli Alburni in provincia di Salerno, dove avevo iniziato da poco a svolgere il servizio civile presso il Comitato Locale della Croce Rossa. Seguii  via cellulare gli aggiornamenti su quella drammatica mattina. “C’è stato un incendio sotto la galleria, forse ci sono dei feriti”. Poi la notizia che ti spezza il fiato: “Ci sono quattro morti”. Quattro giovani, Simone, Enzo, Ciro e Giuseppe, che non sono riusciti a rivedere la luce in quella giornata maledetta che i salernitani non dimenticheranno mai.

Il tragico rientro dopo la retrocessione

Il giorno prima si era celebrato l’ultimo atto di un’incredibile stagione di serie A, la prima e unica vissuta da cronista per la Salernitana in massima serie. Nove mesi intensi, emozionanti, dolorosi, tragici. Dal gol dell’illusione di Song all’Olimpico di Roma alla bomba carta esplosa in Fiorentina-Grasshopper, match di Coppa Uefa giocato allo stadio Arechi, passando per l’invasione in sala stampa con l’aggressione al presidente Aliberti. La vittoria sulla Juventus, firmata Di Vaio, aveva fatto sognare il popolo granata, poi il tonfo di Cagliari e la rete di Vannucchi all’ultimo assalto contro il Vicenza, che riaccese la speranza. Ma le congiunture ‘astrali’ iniziavano già a muoversi e l’Udinese, in corsa per la Champions League, cadde rovinosamente in casa contro il disperato Perugia che la domenica dopo avrebbe dovuto affrontare il Milan di Zaccheroni lanciato verso lo scudetto.

Il dramma sportivo dei granata si materializzò al Garilli di Piacenza contro una squadra praticamente salva che non regalò nulla alla formazione di Oddo. Il resto lo fecero Bettin di Padova (come Pera a Roma nel ’48), arbitro a fine carriera, che non concesse un evidente rigore per fallo su Giacomo Tedesco, e Fiori che parò l’impossibile. Una performance che gli valse l’ingaggio al Milan come terzo portiere. La partita terminò 1 a 1 con una maxi rissa con capitan Fresi ferito al termine di uno scontro con Rizzitelli. La retrocessione e la delusione… Ma il peggio sarebbe arrivato la mattina seguente.

A Brignano cerimonia per commemorare Simone, Ciro, Vincenzo e Giuseppe

Quattro ragazzi, Simone Vitale, 22 anni, pallanuotista e figlio del collega Giovanni, Ciro Alfieri, 15 anni, Vincenzo Lioi, 16 anni, Giuseppe Diodato, 23 anni perdono la vita nell’inferno della galleria Santa Lucia. Stavano rientrando come tanti altri tifosi da quella maledetta trasferta su quel treno diventato una trappola mortale per l’assurda follia di qualcuno (i responsabili furono arrestati, processati e condannati). A distanza di 24 anni Salerno ricorda i 4 tifosi scomparsi con una serie di iniziative ed una dedica: la salvezza dei granata in serie A.

Giuseppe D'Alto
Giuseppe D'Alto
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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