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Addio Gianluca Vialli, l’Italia si abbraccia e piange con Mancini: da Cremona alla rivincita a Wembley

Speravamo nell’ultima rovesciata per abbattere il mostro. Meno di un mese fa, il 14 dicembre, Gianluca Vialli aveva sospeso la sua collaborazione con la Nazionale per concentrarsi sull’ultima partita con il tumore al pancreas con il quale conviveva dal 2018. Sapeva che sarebbe stata la sfida decisiva ma non aveva paura… ma era anche consapevole che non ci sarebbe stata una rivincita. Si è spento a 58 anni nel giorno dell’Epifania nella clinica di Londra dove aveva iniziato quattro anni fa la sua lunga partita con il terribile male che definiva un “ospite indesiderato”.

L’ultima partita con il tumore al pancreas, si è spento a Londra a 58 anni

Quel mostro che l’aveva segnato e trasformato ma non abbattuto. Gianluca Vialli si era ripreso ed era tornato alla grande in azzurro, come capo delegazione, al fianco di Roberto Mancini, il gemello del gol alla Samp. Il destino gli ha concesso di prendersi una rivincita con l’unico grande cruccio – mondiale del 1990 a parte – della sua carriera: la finale di Coppa dei Campioni persa ai supplementari a Wembley con la Sampdoria.

A Londra era tornato per vestire la maglia del Chelsea, dopo il trionfo in Champions con la Juventus, ed era diventato subito idolo dei tifosi. Londra era diventata la sua seconda casa… Nella capitale inglese aveva conosciuto la moglie, Cathryn White Copper, dalla quale ha avuto due figlie, Olivia e Sofia. A Wembley si è chiuso il cerchio con l’indimenticabile abbraccio a Roberto Mancini dopo il trionfo a Euro 2021. Il sogno mondiale si è infranto in una maledetta serata di marzo con la Macedonia… Sperava di rifarsi nel 2026 ma il tumore è tornato a bussare con forza.

Dagli inizi a Cremona e all’abbraccio a Wembley, in tv opinionista e conduttore con Paolo Rossi

Gli inizi con i ricci al vento con la sua Cremonese da ala tornante, come si diceva una volta, poi la Samp, i mondiali in Messico come vice Bruno Conti, il gol alla Spagna a Euro 88, lo sfortunato mondiale italiano, la sconfitta in Champions League con la Samp, il voltafaccia di Sacchi e l’addio forzato all’azzurro prima di vestire il bianconero e vincere tutto con Lippi…. Il finale di carriera al Chelsea, gli scontri con Zeman sul doping e la seconda vita da commentatore a Sky e la trasmissione con l’amico Paolo Rossi che ora ha ritrovato in cielo. Il calcio piange ancora dopo Mihajlovic e Pelé.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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