L’assenza ai funerali di Alvaro Vitali
La chiesa di San Pancrazio semivuota per i funerali di Alvaro Vitali, scomparso a fine giugno, aveva suscitato polemiche e un certo sgomento. Attorno alla bara dell’attore che per tutti era diventato Pierino, mancavano gran parte dei colleghi (c’era Carlo Verdone) e dei volti dello spettacolo che con lui avevano condiviso anni di set. Un’assenza che non era passata inosservata e che aveva scatenato commenti sui social.
Molti si erano chiesti perché anche Lino Banfi, che con Vitali aveva recitato in tredici film della commedia sexy all’italiana, non fosse apparso per un ultimo saluto. A distanza di settimane, l’attore pugliese ha rotto il silenzio in un’intervista a Fanpage, spiegando la natura del loro rapporto.
“Io e Vitali non eravamo amici, solo colleghi”
Banfi ha messo subito le cose in chiaro:
«Io non ero un suo amico. Lavoravamo insieme ma non ci siamo più visti. Lui prese la sua strada e io la mia» – sottolineando che dopo aver girato i film non si vedevano per mesi e si ritrovavano solo sul set.
Un chiarimento netto, che ha fatto discutere, ma che lo stesso attore ha voluto contestualizzare. Ha raccontato come in molti casi il lavoro sul set non coincida con un legame personale: «Anche tra Totò e Peppino o tra Eduardo e Peppino, che erano fratelli, non c’era un grande rapporto d’amicizia. A noi capitava che se stavamo tre anni senza fare un film insieme, non ci vedevamo e non andavamo a cena. Ognuno aveva la sua vita e la sua storia».
Banfi ha poi respinto le accuse di aver “abbandonato” Vitali nelle fasi più difficili della carriera: «Alla produzione di Un medico in famiglia ho detto più volte di prenderlo per un ruolo. Non hanno voluto, io non ero il produttore e non avevo la possibilità di imporre scelte».
L’aneddoto con Edwige Fenech: ‘Non potevo decidere io chi chiamare’
Nel ricostruire i rapporti tra colleghi, Banfi ha citato anche un episodio legato a Edwige Fenech. L’attrice era andata a trovarlo e qualcuno aveva interpretato la sua visita come un’esclusione di Vitali. Banfi ha chiarito: «Perché lei avrebbe dovuto dirgli che veniva da me se lo conosceva appena? Io non potevo di mia iniziativa chiamare altre persone se lei voleva salutare solo me come amico».
Banfi: “Non volevo restare intrappolato in un solo ruolo”
Mentre Vitali resterà per sempre nell’immaginario collettivo come Pierino, Banfi ha raccontato di aver imposto fin da subito un metodo per non restare imprigionato in un solo genere: «Non volevo essere solo quello di “Porca puttena”. Facevo due o tre film di commedia sexy, che arricchivano i produttori, ma poi chiedevo che mi facessero fare un film diverso, con Pozzetto, con Celentano, con chi ritenevo più avanti di me».
Una clausola che si faceva mettere addirittura per iscritto, così da garantirsi sempre uno spazio per ruoli diversi. «Così mi sono trovato nei posti buoni», ha spiegato.
I nuovi progetti: un film con Pio e Amedeo e un docufilm sulla sua vita
Nonostante i suoi novant’anni, Banfi non ha alcuna intenzione di fermarsi. Sta lavorando contemporaneamente a due progetti che definisce “due bombe”.
Il primo è un film con Pio e Amedeo, in cui interpreta un ex professore di filosofia alle prese con l’Alzheimer in una casa di riposo. Il secondo è un docufilm autobiografico diretto da Marco Spagnoli, intitolato Lino d’Italia. Storia di un ITALIENO, che potrebbe approdare su Rai1. «Mi sono sempre detto: facciamolo quando sono vivo, che se lo facciamo da morto…».
La denuncia contro le pubblicità truffa
Oltre al cinema, Banfi si è trovato recentemente a combattere un’altra battaglia. Un video diffuso sui social utilizza la sua voce clonata dall’intelligenza artificiale per promuovere una presunta crema miracolosa.
Durissimo il suo commento all’Ansa: «Non posso permettere che la mia identità, apprezzata come quella di un serio nonno di famiglia, sia volgarizzata per promuovere una pubblicità meschina che inganna la gente».
Ha già incaricato il suo avvocato Giorgio Assumma di avviare azioni legali in tutte le sedi competenti, anche a livello internazionale, affinché i responsabili vengano perseguiti.