Christian Sodano condannato per l'omicidio di Nicoletta Zomparelli e Renée AmatoChristian Sodano condannato per l'omicidio di Nicoletta Zomparelli e Renée Amato

La condanna definitiva: ergastolo a Christian Sodano

È arrivata la sentenza tanto attesa sul duplice femminicidio che sconvolse la comunità di Cisterna di Latina. La Corte d’Assise, presieduta dal giudice Gian Luca Soana, ha condannato all’ergastolo Christian Sodano, 28 anni, ex sottoufficiale della Guardia di Finanza, responsabile dell’uccisione di Nicoletta Zomparelli, 46 anni, e della figlia Renée Amato, appena 19 anni.

L’omicidio avvenne il 23 febbraio 2024 nel quartiere San Valentino. Desirée, ex fidanzata dell’imputato, riuscì a salvarsi fuggendo dall’abitazione.

La Corte ha escluso la premeditazione, riconoscendo però l’aggravante dei motivi abietti e futili, circostanza che conferma la gravità del crimine.


Una tragedia che ha scosso Cisterna di Latina

La sentenza non è stata solo un atto giudiziario, ma un momento collettivo di dolore e riflessione. Il Comune di Cisterna di Latina si è costituito parte civile, affiancando i familiari delle vittime.

Il sindaco Valentino Mantini e l’assessora Maria Innamorato hanno dichiarato:

«Quella che si è consumata non è stata soltanto una tragedia privata, ma un dramma collettivo. La violenza di genere è un’emergenza sociale che ci riguarda tutti».

Parole che sottolineano come il femminicidio non sia un fatto isolato, ma parte di una piaga più ampia che continua a mietere vittime in tutta Italia.


La dinamica del duplice femminicidio

Secondo le ricostruzioni, Sodano raggiunse la villetta armato della sua pistola d’ordinanza. Dopo una breve discussione, esplose colpi mortali contro Nicoletta e Renée, lasciandole senza scampo.

Dopo il massacro, fuggì a bordo della sua Audi A3, poi rinvenuta nel quartiere Q4 di Latina. L’arma fu recuperata e sottoposta ad analisi, insieme a bossoli e proiettili ritrovati sul luogo del delitto e nell’auto.

Il giovane venne arrestato poco dopo dalla Squadra Mobile, presso l’abitazione di uno zio.


Le richieste della Procura e la decisione dei giudici

Il pubblico ministero Valerio De Luca, insieme alla collega Marina Marra, aveva chiesto la pena massima. La Corte ha accolto la richiesta, sottolineando la ferocia e la gratuità dell’atto.

Al processo si sono costituiti parte civile anche il marito di Nicoletta, Giuseppe Amato, e i familiari delle vittime, che hanno assistito a ogni udienza con dignità e dolore.


Il dramma umano dietro la sentenza

Le parole dei familiari sono state cariche di disperazione:

«Nessuna condanna potrà mai restituire a Desirée sua madre e sua sorella, spazzate via da una ferocia insensata».

Un dolore che resta vivo nonostante la giustizia abbia fatto il suo corso. La condanna all’ergastolo di Christian Sodano rappresenta una risposta dura e necessaria da parte della giustizia italiana. Ma resta l’amarezza di una comunità che ha perso due vite innocenti e la consapevolezza che, purtroppo, nessuna sentenza potrà mai lenire davvero il dolore dei familiari.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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