Condannata a 25 anni a Dubai, il ritorno a casa prima di Natale
È tornata nel Regno Unito dopo mesi di detenzione negli Emirati Arabi Uniti Mia O’Brien, la studentessa britannica di 24 anni arrestata a Dubai e condannata a 25 anni di carcere per droga. Il suo rientro, avvenuto pochi giorni prima di Natale, è stato definito dalla famiglia “un vero miracolo”.
La giovane, originaria di Huyton, nel Merseyside, era stata arrestata nell’ottobre 2024 durante una vacanza negli Emirati, dopo che la polizia avrebbe rinvenuto circa 50 grammi di cocaina in un appartamento dove si stava svolgendo una festa.
La condanna e il processo lampo
Mia O’Brien, studentessa di giurisprudenza, era stata giudicata colpevole di spaccio e possesso di droga al termine di un processo durato un solo giorno, celebrato interamente in lingua araba. La condanna: 25 anni di reclusione e una multa di circa 100mila sterline.
Secondo quanto riferito dalla famiglia, la giovane si era dichiarata non colpevole, sostenendo di non essere responsabile della sostanza rinvenuta. Il procedimento aveva sollevato forti perplessità anche tra le organizzazioni per i diritti umani, che avevano denunciato la mancanza di adeguate garanzie difensive.
La detenzione e le condizioni in carcere
Durante la detenzione, Mia era rinchiusa nel carcere centrale di Al-Awir, noto per le condizioni difficili. La madre, Danielle McKenna, aveva raccontato che la figlia condivideva una cella sovraffollata, dormendo su un materasso a terra.
“È forte, ma sta vivendo un inferno”, aveva dichiarato la donna in diverse interviste, descrivendo la sofferenza psicologica della figlia e l’angoscia dell’attesa.
Il rilascio e il ritorno a casa
All’inizio di dicembre è arrivata la svolta: Mia è stata improvvisamente rilasciata e autorizzata a rientrare nel Regno Unito. La notizia è stata annunciata dalla madre con un video pubblicato sui social il giorno di Natale, accompagnato dalla scritta: “She’s home”.
“È come un miracolo di Natale, il miglior regalo che potessimo ricevere”, ha scritto la donna, ringraziando chi aveva sostenuto la famiglia durante i mesi più difficili.
Il ruolo degli attivisti e le ombre sul caso
A seguire il caso era stata anche l’organizzazione Detained in Dubai, che aveva denunciato le modalità del processo e il rischio di condanne sproporzionate per cittadini stranieri. Secondo la fondatrice Radha Stirling, il procedimento giudiziario sarebbe stato “frettoloso” e privo delle tutele previste nei sistemi occidentali.
Non è stato chiarito ufficialmente cosa abbia portato alla liberazione anticipata di Mia O’Brien, ma il suo rientro nel Regno Unito ha chiuso, almeno per ora, una vicenda che aveva suscitato forte preoccupazione e attenzione internazionale.

