La famiglia di Paolo Taormina smentisce la versione di Gaetano Maranzano: ‘Non si conoscevano’
«Erano otto o nove contro di lui. Paolo cercava solo di calmare tutti, diceva “state calmi, ci stiamo divertendo”». A raccontarlo è lo zio di Paolo Taormina, il ragazzo di 21 anni ucciso davanti al locale di famiglia, il pub “O Scrusciu”, nel cuore di Palermo.
Per l’omicidio è stato fermato Gaetano Maranzano, 28 anni, del quartiere Zen, che ha confessato il delitto, parlando di presunti vecchi rancori.
Ma la famiglia respinge questa versione: «Non si conoscevano. Quel ragazzo ha tirato fuori la pistola, ha sparato e poi l’ha puntata anche contro la sorella di Paolo».
La sorella della vittima: ‘Lo ha ucciso senza motivo’
«Scrivetelo chi era Paolo – dice tra le lacrime la sorella Sofia – un ragazzo bravo, che pensava solo a lavorare. Quello invece è un assassino. Lo conoscevo solo di vista, l’ha ucciso senza motivo e poi ha puntato la pistola verso di me ».
La scena, raccontano i parenti, si è consumata davanti alla madre, alla fidanzata e al fratellino di sei anni. La madre ha tentato di soccorrerlo: «Gli ho tamponato la ferita con le mani, ma non c’è stato nulla da fare».
Davanti alla camera mortuaria del Policlinico, la donna continua a piangere: «Quell’uomo non conosceva mio figlio. L’avevamo visto solo qualche volta al locale, aveva uno sguardo aggressivo».
La dinamica: “Paolo voleva solo sedare la rissa”
Secondo i racconti dei familiari, Paolo era uscito dal locale per calmare un gruppo di giovani, tra cui lo stesso Maranzano.
«“Ragazzi, ci dobbiamo solo divertire”, ha detto. E quello gli ha puntato la pistola alla tempia e ha fatto fuoco. Poi, prima di scappare, ha rivolto l’arma anche verso la sorella» – spiega il cugino del padre.
La mamma non si dà pace. É stata lei a tamponare la ferita del figlio, mettendogli il dito nel foro provocato dal suggerimento. “Paolo Taormina era un ragazzo bravo, educato, lavoratore, umile, era il figlio che tutti vorrebbero. Se n’era andato negli Stati Uniti per lavorare. Il padre per farlo tornare gli ha comprato questo locale. Ora si mangia le mani: ‘per colpa mia mio figlio è morto’ dice” – ha aggiunto il familiare tra le lacrime.
Dalle telecamere di videosorveglianza, confermano fonti investigative, si vedrebbero altri giovani fuggire a bordo di scooter dopo lo sparo. Gli inquirenti sospettano che Maranzano non fosse solo quella notte.
Il dolore e la rabbia della città
Davanti al pub “O Scrusciu”, teatro dell’omicidio, questa mattina è comparsa una scritta:
«Ergastolo per chi uccide».
Fiori, candele e messaggi ricordano Paolo, descritto da tutti come un ragazzo gentile e lavoratore.
«Era tornato dagli Stati Uniti per gestire il locale – racconta un parente – il padre ora si dispera: “Per colpa mia è morto mio figlio”».
Intanto, proseguono le perquisizioni al quartiere Zen, dove i carabinieri cercano i possibili complici di Maranzano. Dalle telecamere di videosorveglianza acquisite dai carabinieri emergerebbe la presenza di altri giovani, forse 8 o 9, che avrebbero partecipato alla rissa e poi aiutato il 28enne nella fuga.
Le immagini mostrano un gruppo di ragazzi allontanarsi in sella a diversi scooter pochi secondi dopo lo sparo. Diversi sospettati sono stati già sentiti in caserma. Sarà il medico legale Ginevra Malta a eseguire l’autopsia sul corpo di Paolo Taormina presso l’istituto di medicina legale del Policlinico.