Crolla muro a Gioa Tauro e travolge tre ragazziniCrolla muro a Gioa Tauro e travolge tre ragazzini

Nicodemo Zito è morto ad appena 8 anni, travolto dal muro mentre giocava

Dolore, rabbia e sgomento. Sono questi i sentimenti che attraversano in queste ore la città di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, dove la comunità è stata colpita da una tragedia che ha spezzato la vita di un bambino di appena 8 anni. Nicodemo Zito, per tutti Nico, è morto nella serata di lunedì al Policlinico di Messina, dove era stato trasportato in elisoccorso dopo essere stato travolto dal crollo improvviso di un muro mentre giocava nel cortile di un’abitazione di famiglia.


Il crollo improvviso nel cortile di casa

L’incidente è avvenuto nel primo pomeriggio di domenica 19 ottobre nel quartiere Fiume, una zona periferica di Gioia Tauro. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, Nico stava giocando nel cortile con il suo fratellino gemello e con il fratello maggiore di 13 anni quando una parte del muro perimetrale dell’edificio è improvvisamente ceduta, crollando sui bambini.

Una scena drammatica, avvenuta in pochi secondi. Le urla hanno attirato l’attenzione dei familiari e dei vicini, che sono accorsi disperati per tentare di liberare i piccoli dalle macerie. Sul posto sono arrivati in pochi minuti i vigili del fuoco, il 118 e i carabinieri della compagnia di Gioia Tauro. Il piccolo Nico è stato trovato in condizioni critiche, schiacciato da alcuni blocchi di cemento.


La corsa disperata in ospedale

I soccorritori hanno tentato immediatamente di rianimarlo. Il bambino è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Polistena con gravi traumi al torace e all’addome. Dopo una prima stabilizzazione, i medici hanno disposto il trasferimento in elisoccorso al Policlinico di Messina, dove è stato ricoverato in terapia intensiva pediatrica. Nonostante un delicatissimo intervento chirurgico e ore di lotta da parte del personale medico, il piccolo cuore di Nico ha smesso di battere. Un dramma che ha gelato le speranze della famiglia e di un’intera comunità che da ore pregava per lui.

I fratelli del bambino sono rimasti feriti ma non sono in pericolo di vita. Sono ancora ricoverati all’ospedale di Polistena per controlli e accertamenti. Anche il padre, che si trovava nei pressi del cortile, ha riportato lievi contusioni nel tentativo di soccorrere i figli.


Area sotto sequestro: aperta un’indagine

I carabinieri hanno posto sotto sequestro l’intera area del crollo. La Procura di Palmi ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sulle cause del cedimento. Al momento, la principale ipotesi è che il muro fosse vecchio e strutturalmente compromesso, forse mai messo in sicurezza nonostante segni di evidente degrado.

Sono in corso verifiche tecniche da parte dei vigili del fuoco per capire se se alla base del cedimento ci fosse una mancanza di manutenzione.


La comunità in lutto: “Una ferita che non si rimarginerà”

A Gioia Tauro nessuno riesce a darsi pace. Nel quartiere Fiume è sceso un silenzio irreale. Candele accese, messaggi scritti a mano e giocattoli lasciati in strada hanno trasformato l’ingresso del cortile in un altare della memoria.

Il sindaco di Gioia Tauro, Simona Scarcella, devastata dalla tragedia, ha espresso parole di dolore e vicinanza alla famiglia Zito:

“È una tragedia inaccettabile. La perdita di un bambino è un dolore che lacera il cuore di tutta la comunità. Ci stringiamo attorno alla famiglia in questo momento di immensa sofferenza. Come madre prima ancora che come sindaco, provo un dolore indescrivibile.”

Il Comune ha annunciato che nel giorno dei funerali sarà proclamato lutto cittadino e tutte le scuole resteranno chiuse in segno di rispetto. La città intera si stringerà attorno alla famiglia per salutare quel bambino dagli occhi pieni di vita, volato via troppo presto.


Rabbia e interrogativi

Intanto monta la rabbia. Molti residenti denunciano da tempo situazioni simili nella zona, tra muri fatiscenti e strutture pericolanti. “Bisogna intervenire prima e non dopo le tragedie”, commenta un vicino. È ciò che adesso la Procura vuole accertare: questa morte si poteva evitare?

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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