Lorenzo Buffon si spento a Latisana all’età di 95 anni
Lorenzo Buffon, simbolo di un calcio irripetibile, si è spento a 95 anni a Latisana per un arresto cardiaco. Non fu soltanto il portiere dei cinque scudetti, l’uomo dal soprannome “Tenaglia” per quella presa sicura e granitica: Buffon fu un personaggio oltre il campo, un uomo che seppe attraversare sport, costume e società restando sempre riconoscibile, sempre autentico.
Il portiere che rivoluzionò il ruolo
Con il Milan del Gre-No-Li costruì una parte fondamentale del suo mito, contribuendo ai trionfi del 1951, 1955, 1957 e 1959. Fu uno dei primi estremi difensori a uscire dai pali, ad “anticipare il gioco”, una visione moderna che allora sembrava quasi sfrontata.
Dopo l’esperienza al Genoa arrivò l’Inter e il suo quinto scudetto personale nel 1962-63, quello che aprì di fatto il ciclo della Grande Inter.

L’eredità raccolta da Gigi Buffon
Il ricordo più emozionante arriva proprio da Gigi Buffon, erede naturale di un cognome diventato dinastia del ruolo:
“Nel salotto di casa avevamo una sua gigantografia in volo a San Siro. Un’immagine che ha indirizzato il mio cammino. Lorenzo Buffon ha illuminato un’epoca, e ha ispirato le generazioni successive con il suo talento straordinario e una passione per lo sport che non lo ha mai abbandonato”
Un legame familiare – cugino di secondo grado di suo nonno – e simbolico che ha attraversato generazioni.
Dalla Nazionale al caso Cile ‘62
In maglia azzurra collezionò 15 presenze, sei delle quali da capitano. Difese i pali dell’Italia al Mondiale del 1962 in Cile, torneo ricordato per la sfida far west con i padroni di casa che decretò l’eliminazione degli azzurri al primo turno, con in squadra diversi oriundi (Sivori e Altafini su tutti), anche per la discutibile direzione di gara dell’ineffabile Ken Aston con la discussa espulsione di Ferrini.

Un personaggio di costume: Edy Campagnoli, Sinatra e la Milano anni ‘50
Il matrimonio con Edy Campagnoli – celebre valletta di Lascia o raddoppia? – lo trasformò nel primo vero portiere-divo della storia italiana. Amico di Frank Sinatra, lettore di Tolstoj, frequentatore di Mastroianni e Tognazzi, Buffon era un volto noto anche lontano dagli stadi.
Mike Bongiorno, nelle sue celebri battute, salutò così la futura sposa:
“L’abbiamo conosciuta signorina, la lasciamo signora, speriamo di ritrovarla mamma.”
L’ultimo sorriso e il mito che resta
Nell’ultima intervista, lo scorso dicembre, Buffon raccontava divertito:
“Mi fermano in paese e mi dicono: ma sei ancora vivo?”
Era il suo modo ironico di restare ancorato alle storie, ai tifosi, alla vita.
Ora il calcio intero lo saluta così: con rispetto, nostalgia e un applauso che attraversa decenni.

