Share del 33.9% per il nuovo Sandokan con Can Yaman e Alessandro Preziosi
Il nuovo Sandokan è partito come un ciclone: 5 milioni e 755mila spettatori e un “monstre” 33,9% di share nel debutto del 1° dicembre su Rai 1.
Una rinascita epica per la Tigre della Malesia, interpretata da Can Yaman, con Ed Westwick e Alessandro Preziosi, e soprattutto una produzione che ha trasformato mezza Italia in un immaginario sud-est asiatico credibile, cinematografico, sorprendente.
Ma dove è stata girata davvero questa super–serie? La risposta è: molto più vicino di quanto sembri.
L’Italia che diventa Borneo e Brunei: tra Formello, Toscana e Lazio
La serie racconta una storia esotica, ambientata tra Borneo, Singapore e Labuan, ma la sua anima visiva è al 90% italiana.
Gli interni sono stati ricostruiti negli Studios di Formello, mentre la foresta tropicale è nata tra:
- Cascate di Chia (Viterbo)
- Lago di Vico
- Roma e i Castelli Romani (Albano Laziale)
- Parco Laghi dei Reali di Tivoli
Il fiore all’occhiello? Il Castello di Sammezzano, a Leccio (Toscana), trasformato nel Sultanato del Brunei.
Un palazzo moresco reale che sembra progettato apposta per Sandokan.
La Calabria diventa Labuan: il set più gigantesco della produzione
La vera rivelazione è la Calabria, protagonista assoluta delle riprese e sostenuta dalla Calabria Film Commission.
Qui sono nati:
- La Labuan coloniale, ricostruita nell’ex area industriale Sir di Lamezia Terme (consolato, prigioni, bordelli, mercati)
- Il porto malese presso il Castello Aragonese di Le Castella (Crotone)
- Le distese tropicali di Grotticelle (Ricadi) e Capo Vaticano
- Le paludi e le zone umide dei Laghi La Vota (Gizzeria)
- Le grotte naturali di Tropea, usate come rifugi dei pirati
Una produzione che solo in Calabria ha impiegato 150 fissi, 100 giornalieri e 3.000 comparse in 100 giorni.
Con un ritorno economico doppio rispetto agli investimenti.
Thailandia e Réunion: le uniche due location estere
Per dare respiro internazionale alla serie, alcune sequenze sono state girate in:
- Thailandia (giungle e coste tropicali)
- Isola della Réunion, vicino al Madagascar, per panorami vulcanici e oceani aperti
Il minimo necessario: perché la sfida era dimostrare che “il Sud-Est asiatico può nascere in Italia”.
Navi, oceani digitali e videowall da 300 metri
Le navi sono un personaggio della serie.
Sono state ricreate in studio: interni, esterni, polena malese e persino una sezione del Royalist di Lord Brooke lunga 25 metri.
Il mare? Digitale. Grazie a un videowall immersivo da 300 mq installato nel Teatro 7 di Formello, che ha generato:
- cieli,
- tempeste,
- orizzonti,
- tramonti di una Malesia mai navigata.
La società EDI – Effetti Digitali Italiani ha firmato CGI, tigre digitale, porti, arcipelaghi, set extension e modelli in scala.
Costumi e scenografie: una lingua visiva che riscrive Sandokan
Il nuovo Sandokan vive nei dettagli.
I costumisti Angelo Poretti e Monica Saracchini hanno costruito non un look, ma un linguaggio:
- contaminazioni asiatiche
- estetica da graphic novel
- materiali riciclati (tappi, metalli, plastica, abiti rigenerati)
- pirati “vestiti di battaglie”
Una scelta ecologica e simbolica, che trasforma ogni costume in un pezzo di narrazione.
Dalla leggenda di Kabir Bedi al mito che rinasce 50 anni dopo
Il Sandokan del 1976 conquistò 27 milioni di italiani e venne venduto in 85 Paesi.
Il nuovo Sandokan punta a un pubblico transgenerazionale: “tre o quattro generazioni davanti allo schermo insieme”.
E per chi vuole vedere tutto dal vivo, c’è la mostra:
📍 Lamezia Terme – Backlot Calabria Film Commission
🗓 Fino al 27 gennaio 2026
⏱ Dal martedì alla domenica, 9-16.30
Si può letteralmente camminare dentro Labuan e Singapore, tra navi, costumi e oggetti di scena.

