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Il premio simbolo di Brescia sparito dalla casa di Nadia Toffa

Il Grosso d’Oro di Nadia Toffa, il massimo riconoscimento civico conferito dal Comune di Brescia per meriti civili, culturali e umanitari, è sparito dalla sua abitazione. A denunciarne la scomparsa è stata la madre, Margherita Rebuffoni, che ha trovato la custodia del premio completamente vuota. Un colpo al cuore per la famiglia della storica inviata e conduttrice de Le Iene, scomparsa il 13 agosto 2019, che aveva ricevuto il prestigioso riconoscimento alla memoria per il suo impegno sociale e il suo esempio di coraggio anche durante la malattia.

Mamma Margherita: «Ha un valore affettivo immenso»

Secondo quanto riportato dall’edizione del 3 dicembre di Bresciaoggi, mamma Margherita ha lanciato un appello pubblico affinché chi si è appropriato del premio lo restituisca. Non si tratta del valore materiale – modesto – ma di un simbolo dall’enorme significato umano per chi ha amato Nadia e per l’intera comunità che l’ha voluta omaggiare. «Ho sperato che i ladri capissero il valore affettivo di quel premio. Così non è stato. Per questo ora lancio un appello: chi lo ha preso lo riconsegni», ha dichiarato.

Dopo la scomparsa della giornalista, la madre ha fondato la Fondazione Nadia Toffa Onlus, attiva in progetti di solidarietà soprattutto legati alla sanità, alla ricerca e al sostegno alle persone più fragili. Un modo per mantenere vivo l’impegno che Nadia aveva trasformato in missione, con la sua voce e il suo lavoro, prima sul campo e poi durante la malattia.

Cos’era il Grosso d’Oro e perché rappresenta tanto per la città

La scomparsa del riconoscimento è stata scoperta quando Margherita ha aperto la custodia in cui era conservato il Grosso d’Oro, ritrovandola vuota. Inizialmente ha atteso che il premio venisse riconsegnato in modo anonimo, confidando che il responsabile capisse l’importanza simbolica dell’oggetto. Ma, trascorse settimane senza nessun segnale, ha deciso di rendere pubblica la vicenda.

Il Grosso d’Oro, assegnato nell’ambito del Premio Bulloni, rappresenta il tributo più alto che la città di Brescia può conferire a chi si distingue per impegno civile, culturale e umanitario. Per questo, oltre a rivolgersi a chi l’ha sottratto, la madre di Nadia ha espresso la speranza che la Loggia – sede dell’amministrazione comunale – possa valutare la possibilità di realizzarne una copia, da consegnare alla famiglia nel caso l’originale non dovesse essere ritrovato.

La Fondazione Nadia Toffa e l’impegno che continua oltre la sua scomparsa

Nel frattempo, il ricordo di Nadia continua a vivere attraverso i tanti progetti benefici portati avanti dalla Fondazione, nella quale Margherita ha convogliato la stessa energia combattiva che sua figlia ha sempre mostrato nella vita e nel lavoro. E proprio per questo, il dolore per la sparizione del premio non è solo personale: è un gesto che colpisce la memoria collettiva di una figura che ha lasciato un segno profondo nel giornalismo televisivo e nel cuore di migliaia di persone.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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