«Sei anni non si cancellano»: la replica elegante (e tagliente)
Federica Pellegrini, ospite da Silvia Toffanin, sorride di fronte alle parole dell’ex. Non sibila, non attacca, non nega. Semplifica:
«Se ha detto certe cose, evidentemente le pensa. Perché dovrebbe mentire? Ma io mi sono fatta una risata.»
Non cancella, non revisiona: sei anni sono sei anni, in una vasca che non si misurava solo in vasche, medaglie e calli sulle mani, ma in viaggi, gesti, rotture e ritorni. «Storia importante, travagliata, con tantissimi alti e bassi», la definisce. Senza nostalgia, senza vendetta.
È la risposta più sofisticata: non difendersi, non accusare. Sorridere.
Magnini a Belve: «Più no che sì». Pellegrini: «Io non riscrivo il passato»
Filippo Magnini, ospite a Belve, aveva ridimensionato la storia:
«Un amore importante? Oggi direi più no che sì. Non si è rivelata la persona che pensavo.»
Federica Pellegrini non contesta, non si giustifica. La sua versione è opposta ma pacificata:
«Per me è stata una storia importante. Quando stai sei anni con qualcuno, è importante.»
Due ex, due narrative. Due adulti che non vogliono più ferirsi, ma che non condividono la stessa memoria emotiva.
Dal gossip alla vasca: «Mi ha aiutata, non mi ha rovinata»
Il gossip, che spesso divora e distorce, per lei è stato strumento e non condanna:
«Mi ha aiutata a uscire dal mio sport, a farmi conoscere. Per chi pratica uno sport considerato minore, è servito a raccontare altro di me.»
Non vittima, ma stratega. Anche quando gli scatti non erano tutti d’oro olimpico.
La nascita di Matilde e l’incubo sfiorato: «Depressione post partum? Fermata in tempo»
Il vero tema emotivo si apre quando racconta il parto lungo, faticoso, urgente:
«Matilde ci ha messo due giorni a nascere, poi cesareo d’urgenza.»
A casa, i pianti serali, l’ansia, la stanchezza, il corpo che non si riconosce.
«Matteo è stato determinante. Sentì la mia psicologa e intervenne subito. Prima che diventasse qualcosa di più grave.»
È il pezzo non glamour, quello non fotografato. La campionessa che vince, non in vasca, ma nel buio di una cameretta col battito irregolare di una neonata e quello della sua identità che cambia.
Adesso: famiglie, quiete e nessun bisogno di rivincite
Federica con Matteo, Filippo con Giorgia Palmas: due nuovi equilibri, due case separate e complete.
«Ognuno ha la propria vita, la propria famiglia, la propria testa.»
Non è diplomazia, è architettura. Il passato resta, ma non presiede più.
La risata di Federica non minimizza, ma chiude. È la porta morbida su un capitolo rumoroso. Chi ha memoria sa. Chi ha amato, pure.

