Da sinistra a destra Barberini, Fortuna e PellecchiaDa sinistra a destra Barberini, Fortuna e Pellecchia

Nell’assalto al pullman dei tifosi del Pistoia è morto l’autista Raffaele Marianella

È crollato in lacrime davanti al suo avvocato, nel carcere di Rieti, Kevin Pellecchia, 20 anni, uno dei tre ultras della Sebastiani Rieti arrestati per l’agguato mortale al pullman dei tifosi del Pistoia Basket, in cui è stato ucciso Raffaele Marianella, 65 anni, secondo autista del bus colpito da un mattone lanciato con violenza nell’assalto.

«Non è entrato nel merito dei fatti accaduti domenica 19 ottobre. È molto provato e dispiaciuto, piange, vorrebbe chiedere scusa e parlare con i familiari della vittima». Con queste parole l’avvocato Andrea Vella, che difende Pellecchia, ha rotto il silenzio. Parole pesanti, che segnano il primo cedimento emotivo di uno dei tre presunti aggressori finiti in cella con l’accusa di omicidio volontario in concorso.

Chi sono gli arrestati

In manette sono finiti Manuel Fortuna (31 anni), Kevin Pellecchia (20 anni) e Alessandro Barberini (53 anni), tutti volti noti della curva reatina, Curva Terminillo, e – secondo gli investigatori – riconducibili a gruppi di estrema destra. Nei loro profili social compaiono immagini inneggianti al fascismo, tatuaggi con simbologia nera, riferimenti a Mussolini e foto di gruppo con saluti romani durante trasferte e raduni.

Almeno due di loro, Fortuna e Barberini, risultano affiliati all’associazione neofascista “La Roccaforte Rieti”, nota per iniziative pseudo-solidali rivolte solo a «famiglie italiane e reatine». Una copertura “sociale”, secondo l’antiterrorismo, utilizzata in varie città italiane da gruppi della galassia estrema destra per fare proselitismo negli ambienti ultras.

Il super testimone, un minore ha ricostruito la dinamica dell’agguato

A far crollare il muro di omertà che circondava l’agguato è stato un testimone minorenne. Un ragazzo poco più che adolescente, sentito in audizione protetta dalla Squadra Mobile e dalla Digos di Rieti. Era lì, sull’aiuola spartitraffico della superstrada Rieti–Terni, insieme agli ultras della Curva Terminillo, quando il pullman del Pistoia Basket è stato assaltato.

Il super testimone ha raccontato nomi, ruoli, dinamiche, citando dettagli che solo chi era sul posto poteva conoscere. Secondo la sua ricostruzione, confermata da altri riscontri investigativi, i tre arrestati erano tra i più attivi nella spedizione punitiva.

Ha indicato chi lanciava sassate, chi aizzava il gruppo, chi teneva «il punto» per attirare l’attenzione del bus e costringerlo a rallentare. Una dinamica violenta e premeditata, secondo la Procura, che parla di agguato organizzato e non di semplice scontro tra tifoserie.

Uno dei tre ultras, bloccato dalla Polizia mentre cercava di scappare a piedi, avrebbe parzialmente collaborato nelle prime ore. Non una confessione, ma indicazioni importanti su chi era presente e quante auto avevano partecipato al blitz.

«Un’azione studiata»

Gli inquirenti sono chiari: non è ultrà contro ultrà, ma un’aggressione pianificata. L’agguato è avvenuto lungo uno svincolo isolato della Rieti–Terni, zona Contigliano, dove il bus è stato costretto a rallentare. Da dietro un guardrail sono spuntati una dozzina di incappucciati. Sassi, mattoni, pezzi di cemento: hanno lanciato tutto ciò che avevano tra le mani.

Un mattone ha sfondato il parabrezza e colpito in pieno Raffaele Marianella, 65 anni, autista di supporto, originario di Roma. Morto sul colpo, davanti agli occhi del collega e dei tifosi pistoiesi.

C’è un altro indagato ma l’inchiesta potrebbe allargarsi

Nei fascicoli della Procura di Rieti compare ora anche un quarto indagato, per favoreggiamento. Un uomo che avrebbe aiutato alcuni degli aggressori a fuggire dopo l’agguato. Ma gli investigatori sono convinti che il commando fosse composto da almeno 6–8 persone e che parte del gruppo sia riuscita a far perdere le tracce grazie a complicità e base logistica.

Il questore di Rieti, Pasquale Fiocco, conferma: «Le indagini sono ancora in corso e ci saranno ulteriori sviluppi». Nel mirino ora ci sono telecamere, tabulati telefonici e social network. Attese per oggi perquisizioni domiciliari e nuovi sequestri.

Gli interrogatori di garanzia

I tre arrestati sono detenuti nel carcere di Rieti. Nelle prossime ore compariranno davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. Con loro ci sarà il pm Lorenzo Francia, che coordina le indagini insieme al procuratore capo Paolo Auriemma.

La risposta dello sport: Rieti a porte chiuse

La Federazione Italiana Pallacanestro ha deciso che la Sebastiani Rieti giocherà a porte chiuse fino a nuova comunicazione. Una misura drastica ma inevitabile dopo un evento definito da più parti come «un atto terroristico sportivo». Il club laziale ha annunciato che si costituirà parte civile nel procedimento a carico dei responsabili.

Il Pistoia Basket ha invece annunciato che la prossima gara sarà dedicata alla memoria di Raffaele Marianella. Il presidente Joseph David ha lanciato un appello:

«La violenza non può avere spazio nello sport. Facciamo in modo che la morte di Raffaele non sia vana».

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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