Andrea SempioAndrea Sempio

L’intervista a Quarto Grado dopo la perquisizione: ‘Pensavo mi stessero arrestando’

Andrea Sempio torna a parlare dopo la perquisizione subita nell’ambito della riapertura del caso Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto nel 2007. In un’intervista esclusiva rilasciata al programma Quarto Grado, il 37enne, amico del fratello di Chiara, racconta i momenti concitati vissuti nella sua abitazione e l’angoscia provata al pensiero di essere arrestato.

La perquisizione, durata oltre nove ore e avvenuta all’alba, ha profondamente scosso Sempio: “Sono un po’ provato, è stata lunga. Ma ora sono pronto ad affrontare tutto ciò che verrà”, ha dichiarato. Convocato dai pubblici ministeri della Procura di Pavia per martedì prossimo, Sempio si è detto sereno ma preoccupato per le condizioni psicologiche dei suoi familiari: “Hanno fatto perquisizioni anche a casa dei miei genitori, è quello che mi preoccupa di più”.

‘Ho sentito i passi sulle scale, ho temuto il peggio’

Durante l’intervista, Sempio ha ricostruito l’arrivo delle forze dell’ordine: “Stavo dormendo, ho sentito passi sulle scale e ho pensato fosse successo qualcosa a mia madre. Quando ho aperto, c’era il maresciallo: dovevano fare una perquisizione”. Il 37enne tiene a chiarire un aspetto cruciale: “Non sono stato arrestato, non sono stato portato in caserma, contrariamente a quanto ho letto in giro”.

Andrea Sempio, indagato formalmente dall’11 marzo scorso, è coinvolto in una nuova inchiesta sull’omicidio che per anni ha avuto come unico colpevole Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere.

La nuova inchiesta e il clima di tensione

La nuova pista investigativa si è aperta dopo che la difesa di Stasi ha presentato nuovi elementi. Sempio, che ai tempi dell’omicidio era molto vicino alla famiglia Poggi, è ora al centro di accertamenti volti a verificare eventuali incongruenze nei racconti di allora. L’indagine ha portato gli inquirenti a compiere una lunga perquisizione nella sua abitazione, alla ricerca di riscontri oggettivi.

Sempio, pur ribadendo la sua estraneità ai fatti, afferma di non voler sfuggire alle responsabilità: “Se ci sono verifiche da fare, le faranno. Siamo pronti ad affrontare tutto. Non mi nascondo”.

L’impatto emotivo e la preoccupazione per gli amici coinvolti

Non solo la sua famiglia è stata coinvolta nei controlli: Sempio esprime dispiacere per la situazione che ha coinvolto anche alcuni amici. “Dispiace per loro. Non è facile affrontare tutto questo, ma lo faremo con lucidità”, dice.

Riguardo alle voci che lo volevano interrogato subito dopo la perquisizione, Sempio è netto: “Si è detto che ero stato portato via, interrogato in caserma. Nulla di vero. C’è stata solo la perquisizione, nessun altro sviluppo in quella giornata”.

Un’indagine delicata che riapre vecchie ferite

Il delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, ha scosso l’Italia intera. Chiara Poggi fu ritrovata priva di vita nella sua abitazione. Dopo anni di indagini e processi, Alberto Stasi è stato ritenuto colpevole in via definitiva nel 2015. L’ingresso di Sempio nelle indagini rappresenta una svolta significativa e solleva domande su eventuali errori giudiziari del passato.

Andrea Sempio si trova ora in una posizione delicata: “Non sono preoccupato per me, ma per quello che questa situazione sta generando intorno. La verità verrà fuori”.

Conclusioni: la verità ancora da scrivere

La vicenda giudiziaria legata all’omicidio Poggi sembra non avere fine. La riapertura del caso e l’indagine su Andrea Sempio riaccendono i riflettori su un episodio ancora avvolto dal mistero. Martedì sarà una giornata cruciale: il 37enne comparirà davanti ai pm e sarà chiamato a chiarire la propria posizione.

Nel frattempo, Sempio dichiara di voler affrontare tutto con fermezza, ribadendo la propria fiducia nella giustizia e respingendo ogni accusa con determinazione. Il suo nome, fino a oggi rimasto sullo sfondo, entra ora prepotentemente nella cronaca di un delitto che, dopo quasi 18 anni, continua a cercare giustizia.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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