Il tiktoker Don AlìIl tiktoker Don Alì

Obbligo di firma per i suoi complici

La Polizia di Stato ha arrestato il 24enne tiktoker di origine marocchina noto sui social come “Don Alì”, autodefinito “re dei maranza”. Il giovane è finito in carcere con l’accusa di atti persecutori, mentre per due suoi complici — un 24enne e un 27enne — sono stati disposti gli obblighi di firma. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Torino.  Said Alì, nome all’anagrafe di Don Alì, è nato il giorno di San Valentino del 2001 e vive nel capoluogo piemontese.


Agguato al professore davanti alla scuola: la ricostruzione degli investigatori

Le indagini della Squadra Mobile sono partite a fine ottobre, quando i tre hanno teso un agguato a un maestro di una scuola elementare delle Suore Immacolatine nel quartiere Barriera Milano, a Torino. L’uomo era appena arrivato per prendere la figlia di tre anni e mezzo.

Secondo gli inquirenti, il gruppo lo ha accerchiato, minacciato e insultato, accusandolo di presunti maltrattamenti su un loro nipote. “Don Alì” e i complici avrebbero intimidito il docente anche davanti alla collega accorsa in suo aiuto, colpendolo con schiaffi alla nuca e rincorrendolo mentre cercava di mettere al sicuro la bambina.


Il video dell’aggressione pubblicato sui social: accuse false e diffamatorie

Uno dei tre ha ripreso l’intera scena. Il filmato — insieme alle immagini dell’appostamento fuori dalla scuola — è stato trasformato in un reel e pubblicato sul profilo Instagram di “Don Alì”.

Nei contenuti, il professore veniva definito “pedofilo” e descritto come una “preda” finita in una trappola organizzata dal gruppo. Un’accusa rivelatasi poi totalmente infondata, come confermato dagli accertamenti della Squadra Mobile.


Minacce anche in tv: il caso dell’intervista alle “Iene”

A inizio novembre, “Don Alì” ha pubblicato sui social spezzoni di un’intervista rilasciata a “Le Iene”, in cui affermava la necessità di “punire chi stupra i bambini”, collegando nuovamente — e senza alcuna prova — il professore alle sue accuse.

Nel video rilanciato su Instagram, il 24enne aggiungeva una nuova minaccia:
“E se la prossima volta abuserà di un bambino, finirà molto peggio!”


Il giudice: “Pericolosità attuale e concreta del principale indagato”

L’analisi dei video, dei post social e delle testimonianze ha portato la Procura a chiedere la misura cautelare in carcere, poi accolta dal Gip. Nel provvedimento, il giudice richiama un altro episodio violento che coinvolge “Don Alì”.


Il precedente dell’aggressione alla troupe di ‘Dritto e Rovescio’

Gli investigatori infatti lo ritengono responsabile anche dell’attacco alla troupe della trasmissione “Dritto e Rovescio” avvenuto l’11 novembre a Torino: il 24enne avrebbe colpito con una mazza chiodata il parabrezza dell’auto degli inviati, frantumandolo.

Un elemento che ha rafforzato l’idea di una pericolosità attuale e non episodica.


L’arresto nelle cantine di un palazzo: era irreperibile da giorni

Dopo giorni di ricerche, “Don Alì” è stato trovato nelle cantine di un palazzo in Barriera di Milano. Alla vista degli agenti ha tentato la fuga a piedi, ma è stato raggiunto, bloccato e portato in Questura.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *