Una donna senza nome ritrovata morta nel cuore della notte milanese
Capelli scuri, lunghi fino alle spalle, un giubbotto tipo bomber, pantaloni scuri e scarpe da ginnastica. È così che appare la giovane donna ritrovata senza vita nel cortile di un condominio di via Privata Paruta, nella zona nord-ovest di Milano, tra Gorla e via Padova. Le immagini, estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza, sono state diffuse dai carabinieri nel tentativo di restituirle un’identità.
La donna, di età apparente compresa tra i 25 e i 30 anni, non aveva con sé documenti, né telefono cellulare. Nessun segno che potesse ricondurre immediatamente a un nome, una residenza, una storia.
Le ultime immagini prima della morte
I filmati mostrano la giovane mentre percorre il marciapiede di via Paruta nella notte tra domenica 28 e lunedì 29 dicembre. È sola, cammina con passo regolare. Poco dopo entra nel cortile del complesso residenziale ai civici 74-76. Le telecamere registrano anche la presenza di un uomo: cammina dietro di lei, senza apparenti segni di costrizione o violenza.
Circa un’ora più tardi, lo stesso uomo viene ripreso mentre percorre il tragitto inverso, questa volta da solo. Poche ore dopo, intorno alle 8:30 del mattino, il corpo della donna viene trovato da un custode del palazzo, che dà immediatamente l’allarme. La donna sembra tranquilla e non pare che l’uomo alle sue spalle (non ritratto nei frame diffusi) la costringa ad andare con lui.
I primi rilievi e l’ipotesi di omicidio
Sul corpo sono stati riscontrati segni evidenti: ecchimosi sul collo e un ematoma vicino a un occhio. Elementi che hanno spinto la Procura di Milano, con il pm Antonio Pansa, ad aprire un fascicolo per omicidio. L’autopsia, attesa nelle prossime ore, dovrà chiarire le cause esatte del decesso e verificare l’eventuale presenza di segni di violenza sessuale.
Le immagini a disposizione degli investigatori non sono ad alta definizione, ma mostrano dettagli utili: capelli mossi, abbigliamento scuro, andatura sicura. La Scientifica è al lavoro per migliorare i frame e risalire all’identità della donna.
Nessun riscontro nelle banche dati
Le ricerche effettuate finora non hanno dato esito. Le impronte digitali non risultano associate a soggetti schedati e non emergono corrispondenze né tra le denunce di scomparsa né nei database dei centri di accoglienza o delle strutture di assistenza della zona.
Un elemento che rafforza l’ipotesi che la giovane possa essere una cittadina straniera non censita o una persona mai entrata in contatto con i servizi sociali.
Un’indagine ancora tutta da scrivere
Gli investigatori continuano a scandagliare le immagini delle telecamere presenti nell’area, nella speranza che un dettaglio possa fare la differenza. L’obiettivo resta uno solo: dare un nome alla donna e ricostruire le ultime ore della sua vita. Un’identità, prima ancora di un colpevole.

