Le tre vittime della mattanza a Buenos AiresLe tre vittime della mattanza a Buenos Aires

La macabra scoperta dei corpi a Buenos Aires

A Buenos Aires, i corpi di Morena Verdi (21 anni), Brenda Del Castillo (20) e Lara Gutierrez (15) sono stati ritrovati sepolti in un giardino alla periferia sud della capitale. Le tre giovani erano scomparse cinque giorni prima.

“Finora sono state arrestate quattro persone. Il veicolo su cui sono state prelevate le ragazze si trovava a 100 metri dalla casa. Era stato incendiato ed era completamente bruciato. Siamo convinti che le vittime siano state uccise venerdì sera tra le 23:00 e mezzanotte.” – ha riferito la polizia locale che ha ricostruito il delitto horror.

La trappola della gang

Secondo le indagini, le vittime erano state attirate con la promessa di una festa. In realtà si trattava di una trappola organizzata da una banda di narcotrafficanti che le accusava di aver rubato cocaina. Gli inquirenti l’hanno definito un “omicidio per vendetta”. Il boss, identificato come cittadino peruviano, avrebbe ordinato le brutali uccisioni come “deterrente” per altri. Il delitto è stato trasmesso in diretta Instagram a un gruppo chiuso di circa 45 persone.

Scene di orrore in diretta

Le ricostruzioni parlano di torture disumane: amputazioni, soffocamenti e sevizie inflitte come “avvertimento” dal capo della banda. Alcuni dettagli hanno sconvolto anche gli investigatori: “È il caso più orribile che abbiamo mai affrontato”, ha detto un procuratore. Si dice che Morena Verdi, 21 anni, sia rimasta asfissiata quando uno dei malviventi le ha infilato un sacchetto di plastica in testa.

La vittima più giovane, la quindicenne Lara Gutierrez, avrebbe subito l’amputazione di tutte e cinque le dita della mano sinistra prima che i suoi rapitori la uccidessero. il corpo di Brenda Del Castillo, 20 anni, è stato trovato con una frattura al cranio. Il suo stomaco era stato squarciato dopo l’omicidio.

L’indignazione della società civile

Familiari e associazioni per i diritti umani hanno organizzato manifestazioni in tutto il Paese. Lo slogan è stato chiaro: “Non esistono vittime buone o cattive, solo femminicidi”. Il tema delle condizioni sociali ed economiche delle giovani è al centro del dibattito.

“Erano semplicemente vittime di un sistema che non lasciava loro altra scelta se non quella di accedere a questo tipo di lavoro per sopravvivere (…) dovendo rinunciare al proprio corpo per una notte, due notti, un fine settimana o per tutto il tempo necessario in cambio di un po’ di soldi”, ha affermato Celedón, giornalista di 26 anni e cugino di Verdi e del Castillo.

La caccia al boss

Quattro persone sono state arrestate, ma il capo della banda, soprannominato “Little J”, è ancora latitante. Si ritiene sia fuggito all’estero. Le indagini proseguono con la collaborazione della polizia internazionale.

L’ultimo saluto

Venerdì 26 settembre sono stati celebrati i funerali di Morena, Brenda e Lara alla presenza di una folla commossa e sconvolta dalla ferocia con la quale le tre ragazze sono state uccise. I corpi sono stati tumulati nel cimitero di Las Praderas, Buenos Aires. La brutalità del crimine, unita alla sua diffusione in diretta social, ha aperto una riflessione profonda sulla violenza di genere, sul narcotraffico e sui pericoli del web. Le famiglie chiedono giustizia, mentre il Paese intero piange tre vite spezzate troppo presto.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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