Anna OsbornAnna Osborn

Per mesi ha pensato di soffrire di un’infezione cronica alle vie urinarie. Aveva dolori lancinanti, ricorrenti, e nonostante le numerose cure antibiotiche, il suo stato di salute non migliorava. Ma la verità, per quanto incredibile e scioccante, era un’altra.

Anna Osborn pensava di soffrire di un’infezione cronica alle vie urinarie

Come riferito da Daily Star Anna Osborn, 30 anni, terapista ricreativa dell’Indiana (Stati Uniti), ha scoperto solo dopo quattro lunghi mesi di sofferenze che all’origine dei suoi sintomi c’era un assorbente interno dimenticato nel suo corpo da quasi un anno.

Era ottobre 2023 quando la donna ha iniziato ad avvertire i primi dolori. I medici hanno diagnosticato una semplice cistite, prescrivendole antibiotici. Ma i sintomi si ripresentavano puntualmente. «Ogni volta che finivo una dose, stavo di nuovo male – racconta Anna –. Sentivo che il mio corpo stava combattendo qualcosa, ma nessuno mi prendeva sul serio».

Il tampone mestruale si era incastrato in profondità

A febbraio, stanca di non ricevere risposte, Anna si è sottoposta a un esame vaginale più approfondito. È lì che la sua ginecologa ha fatto la scoperta: un corpo estraneo incastrato in profondità, parzialmente inglobato dal tessuto corporeo. Era un vecchio tampone mestruale, deteriorato, che il corpo stava tentando di espellere da mesi.

«È stato uno shock per entrambe – dice Osborn –. Quando l’ha estratto, non riuscivamo a crederci. Non ricordo nemmeno quando l’ho inserito. Forse subito dopo aver messo la spirale anticoncezionale, mesi fa».

La sindrome da shock tossico

A seguito del ritrovamento, ad Anna è stata diagnosticata una sindrome da shock tossico (TSS), una rara ma pericolosa condizione batterica associata proprio all’uso prolungato degli assorbenti interni. Per fortuna, il trattamento tempestivo l’ha salvata.

Oggi Anna sta meglio, ma vuole trasformare la sua storia in un messaggio d’allerta. «I medici mi dicevano che forse esageravo o che avevo una soglia del dolore bassa. Ma io sapevo che qualcosa non andava. Se mi fossi fermata alla prima diagnosi, forse oggi non sarei viva».

L’appello della 30enne

Il caso di Anna non è isolato. Sebbene raro, il TSS è un rischio noto associato all’uso scorretto degli assorbenti interni. Eppure, resta ancora poco conosciuto, specie tra le donne giovani. «Non sapevo nemmeno che questa sindrome fosse reale. Pensavo davvero che il mio corpo stesse marcendo dall’interno».

Ora Anna lancia un appello soprattutto alle donne: «Ascoltate il vostro corpo. Se sentite che qualcosa non va, non smettete di cercare risposte. Insistete, anche quando vi fanno sentire esagerate. Potrebbe salvarvi la vita».

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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