Le due influencer nei guai per questo scattoLe due influencer nei guai per questo scatto

‘Ballavano davanti a un incendio di guerra’: nei guai le influencer Dasha e Karina

TikTok può far salire alle stelle. Ma in Russia può portare anche a serie conseguenze giudiziarie. Lo hanno scoperto sulla propria pelle Dasha Vladimirovna Loskutova, 21 anni, e Karina Evgenyevna Oshurkova, 19 anni, due influencer russe finite al centro di una bufera mediatica, politica e giudiziaria dopo aver pubblicato un video in cui si riprendevano sorridenti davanti a un deposito petrolifero in fiamme, appena colpito da un attacco ucraino con droni.

La scena si è consumata a Sochi, città sul Mar Nero famosa per le vacanze estive e le Olimpiadi invernali del 2014, ma ormai sempre più spesso teatro di incursioni ucraine. L’incendio, secondo quanto riportato da fonti locali, ha coinvolto un impianto Rosneft legato all’esercito russo, colpito da un drone ucraino. Nella notte sono state registrate oltre 30 esplosioni.


Il video incriminato

Nel video diventato virale, Dasha e Karina rappano sulle note di “Crimson Dawn” del rapper russo Endshpil, mentre sullo sfondo si innalza una densa colonna di fumo nero. Accanto a loro, un terzo uomo non identificato, anch’egli successivamente fermato.

Il contrasto tra la leggerezza del contenuto e la drammaticità dell’attacco ha subito acceso l’indignazione online e l’attenzione delle autorità. Secondo le prime ricostruzioni, le due ragazze si trovavano a Sochi per festeggiare un compleanno, ma la scelta di realizzare contenuti social proprio in quel momento ha avuto conseguenze inaspettate e pesanti.

Le due influencer hanno dovuto scusarsi pubblicamente
Le due influencer hanno dovuto scusarsi pubblicamente

L’accusa: ‘Glorificazione dell’attacco nemico’

Non si tratta di una semplice multa per comportamento scorretto. La reazione delle autorità russe è stata rapida e dura. Le due influencer sono state arrestate e interrogate presso una stazione di polizia.

Durante l’interrogatorio, a Karina è stato chiesto:
“Ti penti di ciò che hai fatto?”
“Sì”, ha risposto.
“Ammetti la tua colpa?”
“Lo ammetto”.

Subito dopo, le è stato imposto di registrare un video di scuse, in cui le due affermano:

“Ci scusiamo sinceramente per aver filmato il video sullo sfondo di un incendio e per averlo pubblicato su un social network. Non volevamo offendere nessuno. Ci impegniamo a non commettere più errori simili. Siamo pronte a essere punite secondo la legge russa.”

La motivazione ufficiale dell’arresto fa riferimento all’articolo di legge che vieta la “glorificazione pubblica dell’attività di un nemico straniero”: un’accusa gravissima in un contesto di guerra ibrida e tensione interna. La multa prevista può raggiungere 35.000 rubli (circa 280 sterline), ma le indagini sono ancora in corso, e non si escludono conseguenze penali più gravi.


‘Dove sono gli istinti di sopravvivenza?’

A intervenire duramente è stata anche Yekaterina Mizulina, 40 anni, presidente della “Safe Internet League” e figura centrale nella campagna del Cremlino contro i contenuti giudicati immorali o disfattisti.

“I giovani stanno filmando contenuti con sullo sfondo i droni che volano su Sochi di notte. Mi chiedo cosa ci sia di sbagliato nell’istinto di autoconservazione”, ha dichiarato Mizulina.

Una frase che fotografa bene la crescente irritazione del potere russo nei confronti dei creator digitali, soprattutto quando questi si muovono su territori di confine tra estetica social e realtà militare.


Perché Sochi è sotto attacco

Sochi, storica meta turistica, è diventata un obiettivo strategico per i droni ucraini. L’impianto Rosneft colpito riforniva parti nevralgiche dell’apparato militare russo, e la sua distruzione ha effetti non solo logistici, ma anche simbolici.

L’ondata di attacchi su infrastrutture energetiche sta mettendo in seria difficoltà il Cremlino, anche a livello economico, con un aumento del prezzo del petrolio che rischia di pesare sulla popolazione. In questo scenario, qualunque gesto che possa apparire come derisione o celebrazione di un successo ucraino è considerato intollerabile.


Le due influencer tra censura e processo mediatico

Il caso di Dasha e Karina diventa così un simbolo della nuova censura russa. In un paese dove TikTok è ancora accessibile (pur con filtri), le autorità monitorano costantemente i contenuti per prevenire narrazioni che possano minare il fronte interno o ridicolizzare la linea del governo.

Le due giovani, con decine di migliaia di follower e una routine fatta di balletti, make-up e trend musicali, si ritrovano ora al centro di un processo mediatico, giudiziario e culturale.


Cosa rischiano ora

Secondo quanto riferito dai media russi, le influencer rischiano sanzioni amministrative, ma il caso è ancora aperto. L’indagine in corso potrebbe portare a un aggravamento delle accuse, soprattutto se si volesse fare un esempio pubblico per dissuadere altri content creator da comportamenti simili.

Nel frattempo, i loro profili sono stati sospesi o resi privati, mentre l’opinione pubblica si divide tra chi le condanna come “incoscienti” e chi ritiene sproporzionata la reazione delle autorità.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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