Matteo Bassetti e Roberto BurioniMatteo Bassetti e Roberto Burioni

La stagione influenzale 2025 potrebbe essere tra le più insidiose degli ultimi anni. A dirlo è l’esperienza dell’Australia, dove l’inverno ha registrato numeri record di contagi. In Italia, il tema divide due virologi di spicco: Roberto Burioni e Matteo Bassetti.

Burioni: «Non si può prevedere, ma il vaccino è la scelta giusta»

Con un post su Facebook, Burioni ha chiarito che non è scientificamente possibile prevedere la gravità dell’epidemia o l’efficacia del vaccino con mesi di anticipo. «Il vaccino, però, funziona sempre – ha spiegato – e non ha effetti collaterali rilevanti. Ogni anno può proteggere in misura diversa, ma resta un’arma fondamentale». Ha poi bollato come «inutili» integratori e diete miracolose.

Bassetti: «Rischiamo fino a 20 milioni di contagi»

Molto più allarmato il direttore del reparto di Malattie Infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti: «Se l’influenza australiana arriverà con la stessa forza, l’Italia rischia un’ondata pesante. Solo un italiano su quattro si vaccina: ciò significa che fino a 20 milioni di persone potrebbero contagiarsi».

La campagna del Ministero

Il Ministero della Salute ha già annunciato l’avvio della campagna vaccinale ai primi di ottobre. Obiettivo: raggiungere almeno il 75% della popolazione a rischio. Il vaccino sarà gratuito per anziani, cronici, donne in gravidanza, operatori sanitari e bambini. Dopo aver garantito le categorie prioritarie, sarà disponibile per chiunque ne faccia richiesta.

Il sistema sanitario sotto pressione

L’esperienza del 2024 ha dimostrato quanto l’influenza possa sovraccaricare gli ospedali. Bassetti teme che, senza una copertura adeguata, pronto soccorso e reparti possano andare in crisi. «Non è solo una malattia banale: per i fragili può essere letale».

Vaccinarsi, l’appello degli esperti

Sia Burioni che Bassetti, pur con toni diversi, invitano a non sottovalutare il virus e a vaccinarsi. «Quando arriverà il momento – conclude Burioni – fatelo senza paura e senza indugio».

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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