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Morto Berlusconi, il video dell’annuncio in diretta su Canale 5 e Rai: Panicucci in lacrime
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Morto Silvio Berlusconi, il Cav ha rivoluzionato tv, calcio e politica: le reazioni da Prodi a Sacchi

Intorno alle 9 di lunedì 12 giugno l’arrivo dei 4 figli e i primi segnali preoccupanti. Silvio Berlusconi è morto all’età di 86 anni a distanza di un mese dal videomessaggio – in occasione della campagna elettorale – che aveva fatto sperare in una ripresa.

L’arrivo dei 4 figli al San Raffaele e l’annuncio della morte di Silvio Berlusconi

All’ospedale San Raffaele di Milano era arrivato nel pomeriggio di venerdì 9 giugno. Ufficialmente per accertamenti ma sotto traccia si temeva che le sue condizioni fossero peggiorate. Eleonora, Barbara, Marina e Pier Silvio sono giunti immediatamente al suo capezzale. Pochi istanti dopo la notizia del decesso e le prime reazioni con i media russi che sono stati i primi a dare la notizia della scomparsa del Cavaliere a livello internazionale.

“Silvio Berlusconi ha fatto la storia in questo Paese. Tanti lo hanno amato, tanti lo hanno odiato: tutti oggi devono riconoscere che il suo impatto sulla vita politica ma anche economica, sportiva, televisiva e’ stato senza precedenti. Oggi l’Italia piange insieme alla famiglia, ai suoi cari, alle sue aziende, al suo partito” – ha scritto Matteo Renzi.

Renzi: ‘Ha fatto la storia di questo Paese’, Prodi: ‘La nostra rivalità non è mai trascesa in sentimenti di inimicizia’

Il duello con Romano Prodi ha segnato una lunga stagione politica. “Partecipo al profondo cordoglio per la scomparsa di Silvio Berlusconi. Lo ricordo come un leader politico che, nel suo lungo e intenso impegno pubblico, ha esercitato una grande influenza nella vita del nostro paese, incidendo non solo sulle istituzioni, ma anche nella vita di tutti i cittadini. Nel nostro lungo confronto politico abbiamo rappresentato mondi diversi e contrapposti, ma la nostra rivalità non è mai trascesa in sentimenti di inimicizia sul piano personale, mantenendo il confronto in un ambito di reciproco rispetto” – ha affermato l’ex leader dell’Ulivo.

In lacrime Arrigo Sacchi: ‘Sto male’, Galliani: ‘Vuoto che non potrà mai essere colmato’

“Esprimo le condoglianze mie e di Azione alla famiglia e alla comunità di Forza Italia, per la morte di Silvio Berlusconi. Riposi in pace” – il commento di Carlo Calenda. È infatti molto difficile riassumere la parabola umana e professionale di Berlusconi il cui nome è associato quasi ad ogni aspetto della vita politica, economica e sociale del nostro paese, da più di 30 anni. In lacrime l’ex allenatore del Milan Arrigo Sacchi. “Sto male, nonostante tutto non me l’aspettavo”. Arrigo Sacchi piange, al telefono con l’Ansa: lunghe fasi di silenzio, non riesce a gestire il dolore per la morte del suo “amico geniale al quale devo tutto”. “É un vuoto totale che non potrà mai essere colmato” – ha riferito Adriano Galliani.

Proprietario del Milan, della società di produzione multimediale Mediaset, della Fininvest – con la quale inaugura la stagione delle TV commerciali in Italia negli anni ’80. La prima volta di Berlusconi al governo, nel 1994, segnò l’apertura di una nuova epoca politica, in cui i rituali della prima Repubblica furono messi in soffitta.

Dal boom televisivo negli anni ’80 alla discesa in campo nel 1994 dopo i trionfi con il Milan

La legislatura partì all’insegna dell’arroganza dei vittoriosi (quella che fa dire a Cesare Previti “non faremo prigionieri”) ma si chiuse due anni dopo con un duplice schiaffo: l’arrivo di un avviso di garanzia durante il G7 di Napoli e il ribaltone nel quale era coinvolto anche l’alleato Umberto Bossi. Dopo i cinque anni del centrosinistra a Palazzo Chigi ecco il quinquennio berlusconiano (2001-2006), che si apre sulla spinta del “contratto con gli italiani” siglato a Porta a Porta.

Silvio Berlusconi lascia il San Raffaele: il cenno con la mano e l’applauso ad Arcore

Mossa irrisa dagli avversari ma che probabilmente gli procurò i voti necessari per vincere: fu un lungo periodo (record di durata nella storia della Repubblica) in cui il Cavaliere dedicò gran parte delle energie a difendersi dalle accuse che gli arrivarono dalle procure, compresa quella di essere iscritto alla Loggia P2.

L’uomo che è risorto mille volte e che è riuscito a tornare a Palazzo Madama a 9 anni dalla condanna in via definitiva per frode fiscale che lo fece decadere da parlamentare per la Legge Severino. Scudetti e Champions League in serie con il Milan, poi l’addio al club ed il prepotente ritorno sulla scena calcistica con il Monza traghettato dalla serie C alla prima storica promozione in massima serie.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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