Bologna, Luca Monaldi e Luca Gombi avevano offerto 20mila euro per risolvere il contratto di affitto
Un accordo da 20mila euro per risolvere il contratto di affitto – regolarmente stipulato – della stanza dell’appartamento in piazza dell’Unità a Bologna. Era su questa cifra, secondo la ricostruzione della squadra mobile, l’intesa – almeno verbale – raggiunta fra Luca Monaldi e Luca Gombi, trovati morti lunedì 2 giugno nella loro abitazione, e Gennaro Maffia, fermato per il duplice omicidio. Una intesa forse mai concretizzata nell’effettivo passaggio di denaro, secondo una prima ricostruzione della polizia, avrebbe ulteriormente incrinato i rapporti fra i tre.
Le tensioni avrebbero quindi portato al duplice omicidio Luca Monaldi e Luca Gombi, sono stati trovati senza vita nel loro appartamento. Alcuni giorni prima Maffia, secondo quanto accertato dalla polizia, si era recato in banca dicendo al direttore di filiale che qualcuno gli aveva tolto soldi dal conto corrente e che sospettava di uno dei due proprietari della casa. Al direttore di banca avrebbe detto: “La pagheranno”. Sembrava solo uno sfogo ma poi, riferiscono gli investigatori, ne sarebbe scaturita la violenta aggressione.
I minuti dell’orrore
Tra le 5:30 e le 6 del mattino del 2 giugno, le telecamere di videosorveglianza registrano l’uscita di Maffia dalla casa con uno zaino e due valigie. In quei 30 minuti, la polizia ritiene che si sia consumata la violenta aggressione. I corpi delle vittime sono stati trovati con ferite mortali e coltelli in mano, uno sporco di sangue e uno pulito. Gli investigatori sospettano che il killer abbia cercato di simulare una colluttazione reciproca. I due cadaveri indossavano vestiti e anche scarpe, calzate. Alle interno di un borsello di uno dei due, trovate tracce di sangue come se qualcuno avesse rovistato all’interno
La fuga e l’arresto
Maffia aveva pianificato una fuga all’estero: due biglietti aerei acquistati in contanti, uno per Madrid, l’altro per Barcellona. È stato fermato a El Prat dalla polizia spagnola grazie a una collaborazione internazionale con SCO e FAST. Aveva cambiato vestiti e mostrava segni di abrasione, probabilmente riportati durante l’aggressione o la fuga. É stato intercettato sul volo e fermato all’aeroporto di Barcellona, dove è atterrato alle 10:35
Un crimine nato dalla sfiducia
Solo pochi giorni prima, Maffia si era recato in banca sostenendo che gli fossero stati sottratti soldi dal conto, puntando il dito contro i due proprietari di casa. Il direttore, allarmato da un “la pagheranno”, non immaginava che da quelle parole sarebbe scaturita una tragedia.