Hekuran CumaniHekuran Cumani

Il delitto nella notte: tragedia davanti alla facoltà di Matematica

Notte gelida e silenziosa a Perugia, poi le sirene. Era da poco passata la mezzanotte quando nel parcheggio vicino al Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Perugia, un ragazzo è stato trovato a terra, in una pozza di sangue. Si chiamava Hekuran Cumani, 23 anni, fabrianese di origini albanesi ma nato e cresciuto in Italia. Aveva una vita, amici, progetti. È morto così, in strada, per una coltellata alla gola allo ‘scoccare’ di sabato 18 ottobre.


La lite esplosa per un motivo banale

Due gruppi, qualche parola di troppo e la violenza

Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, Hekuran era arrivato a Perugia con un gruppo di amici per passare la serata tra pub e locali della movida. Tappa finale: il 110 Caffè, luogo frequentato da giovani e studenti. Secondo alcune indiscrezioni i primi screzi sarebbero avvenuti all’interno di una discoteca universitaria.

All’esterno, davanti al parcheggio dell’ateneo, il loro gruppo ha incontrato altri ragazzi, presumibilmente stranieri residenti a Perugia. Nessuna rissa programmata, nessun debito, nessuno scontro legato alla droga – ipotesi scartata dagli inquirenti. Solo parole sbagliate nel momento sbagliato. Uno sguardo, un commento, forse una spinta. È bastato questo per accendere la violenza.


La coltellata fatale: «Non ha avuto scampo»

L’aggressione è stata violentissima. Secondo quanto emerso, Hekuran è stato colpito con un solo fendente micidiale tra collo e torace. Un colpo secco, rapido, inferto da chi probabilmente sapeva come colpire. Ha tentato di allontanarsi di pochi metri, trascinandosi sull’asfalto. Poi si è accasciato, senza più rialzarsi. I paramedici del 118 arrivati sul posto non hanno potuto salvarlo. È morto davanti agli amici, sotto al cielo nero di una notte diventata un incubo.


Indagini serrate: identificato un sospetto

Gli agenti della Squadra Mobile di Perugia hanno raccolto subito testimonianze decisive. Gli amici della vittima, sotto shock ma collaborativi, hanno indicato il presunto aggressore. Nessun arresto ancora, ma si stringe il cerchio sull’assassino. La Procura coordina l’inchiesta, mentre vengono analizzate telecamere, impronte e tracce biologiche trovate sull’asfalto. Si ipotizza omicidio volontario.


Chi era Hekuran Cumani: «Un bravo ragazzo, mai cercato guai»

Non uno sbandato, non un delinquente. Hekuran era un ragazzo come tanti:

  • grande passione per la palestra
  • lavorava d’estate nel ristorante di famiglia a Senigallia
  • amava gli animali
  • amici ovunque e un sorriso che molti ricordano come contagioso

Fabriano è sconvolta. La sindaca Daniela Ghergo parla di «brutale violenza che rappresenta l’aberrazione della convivenza civile». La comunità intera è sotto shock.


Il dolore della città e la richiesta di giustizia

In città si respira rabbia e incredulità. La famiglia chiede rispetto e verità. Sui social decine di messaggi: «Non ti meritavi questa fine», «Un angelo portato via dalla follia». Intanto amici e conoscenti hanno annunciato una fiaccolata per chiedere giustizia.


Caccia all’assassino: le indagini continuano

La polizia sta lavorando senza sosta. Si attende una svolta nelle prossime ore. Il coltello usato per l’omicidio non è stato ancora ritrovato. Tutte le piste sono aperte, ma la sensazione è che la verità sia vicina.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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