Victoria Cox è accusata di complicità nell’incubo del Mississippi
Victoria Cox, 34 anni, è comparsa in tribunale nel Mississippi lunedì 13 ottobre. È accusata di aver partecipato a un crimine che ha scioccato l’America: il rapimento di due bambine e l’omicidio di una di loro, dopo che il killer Daniel Callihan, 37 anni, aveva assassinato la madre delle piccole, Callie Brunett, in Louisiana.
Durante l’udienza, i procuratori hanno presentato alla difesa una proposta di patteggiamento. I dettagli restano riservati, ma la decisione finale dovrà arrivare entro poche settimane.
Il ruolo di Cox e la confessione di Daniel Callihan
Callihan, già colpevole confesso, ha ammesso di aver ucciso Callie Brunett l’11 giugno 2024, di aver rapito le sue figlie di 4 e 6 anni e di averle condotte in Mississippi.
Lì avrebbe stretto un’alleanza con Cox, con la quale avrebbe poi abusato sessualmente della bambina più grande e ucciso la minore “stringendola forte al petto”.
Cox, secondo gli atti, ha partecipato attivamente al sequestro e alla detenzione delle piccole, ma è riuscita a evitare le accuse federali collaborando con i pubblici ministeri e testimoniando contro Callihan nel processo federale.
Le indagini e la scoperta dell’orrore
Il 13 giugno 2024 un parente, non riuscendo a contattare Callie, ha dato l’allarme. Le forze dell’ordine hanno scoperto il corpo della donna e l’assenza delle figlie.
Dopo ore di ricerche, la bambina di 6 anni è stata ritrovata in una buca di terra, accanto al corpo senza vita della sorellina di 4 anni.
L’auto rubata di Callie è stata rinvenuta poco distante, vicino alla proprietà dove Cox e Callihan avevano nascosto le bambine.
Il processo e le prossime tappe
Il processo per Victoria Cox è fissato per l’8 dicembre. Se non accetterà l’accordo, rischia la pena di morte o l’ergastolo senza condizionale.
Callihan, invece, sarà condannato il 19 novembre, dopo aver ottenuto l’esclusione della pena capitale in cambio della confessione.
Le parole dell’FBI
Jonathan Tapp, agente speciale dell’FBI di New Orleans, ha dichiarato:
“Ogni membro delle forze dell’ordine che ha lavorato a questo caso era determinato a rendere giustizia alla famiglia Brunett e alla comunità. Nessuno di loro dovrà mai più affrontare un orrore simile.”