Piergiovanni Gallerati pronto a pagare 15.000 euro per l’abitazione per i bimbi
Nel borgo di Palmoli, nel cuore dell’entroterra teatino, una vicenda familiare ha acceso un’ondata di solidarietà raramente vista in un piccolo paese. Dopo la decisione del Tribunale dei minori di allontanare i tre figli di Nathan Trevallion dalla loro abitazione nel bosco e di trasferirli, insieme alla madre Catherine Birmingham, in una casa famiglia distante un’ora da casa, l’intera comunità si è mobilitata per riportare i bambini nella loro terra, vicino ai genitori.
Il gesto dell’imprenditore: “Mi si è spezzato il cuore, quei bambini devono tornare a casa”
Tra coloro che hanno deciso di intervenire concretamente c’è l’imprenditore Piergiovanni Gallerati, che ai microfoni di Ore 14 il 25 novembre ha spiegato l’origine del suo gesto: «Ho provato una sensazione bruttissima, quella della divisione tra i genitori e i bambini. Ho pensato che potevamo intervenire con un modulo abitativo con tutti i servizi affinché i bambini possano rientrare a vivere con i genitori».
La soluzione proposta da Gallerati – che ha annunciato di voler sostenere interamente il costo – è un modulo abitativo completamente autonomo da installare accanto al casolare della famiglia.
Un modulo abitativo completo: letti, elettricità sicura, acqua e pannelli solari
Gallerati ha descritto nel dettaglio la struttura, progettata per rispondere alle esigenze imposte dal Tribunale: «Abbiamo tre postazioni con letto a castello e un altro letto, armadietti, un tavolino per studiare, illuminazione, differenziale di sicurezza per l’energia elettrica, climatizzatore di ultima generazione, bagno con tutti i servizi, luce d’emergenza nel caso vada via la corrente».
Il modulo, dal valore di 15.000 euro, è dotato anche di pannelli solari e di un proprio sistema idrico: «Con il contenitore dell’acqua sopra diamo cinque quintali d’acqua: per i bambini durerà più di un giorno. È un modulo autonomo, come quelli usati ai tempi del terremoto dell’Aquila, dove vivono ancora tantissime persone».
L’unico passaggio ancora necessario è l’autorizzazione dell’amministrazione comunale di Palmoli, che dovrà approvare il posizionamento della struttura vicino alla casa della famiglia.
Il silenzio del padre e l’attesa della comunità
Mentre la macchina della solidarietà continua a muoversi, Nathan Trevallion ha scelto il silenzio. Non rilascia dichiarazioni almeno per ora. Attende, come il resto della comunità, che qualcosa si sblocchi.
A Palmoli, intanto, resta una speranza condivisa da tutti: che quei tre bambini possano tornare a casa e che la soluzione proposta sia il primo passo verso una riunificazione che il paese intero sente come una propria battaglia.

