La decisione di denunciare
“Ho avuto paura per i miei figli e per la mia famiglia”. Con queste parole Simona Ventura ha spiegato pubblicamente la scelta di denunciare lo stalker che da mesi la perseguitava insieme al marito Giovanni Terzi. La conduttrice televisiva, ospite di Gianluigi Nuzzi nella trasmissione Dentro la Notizia su Canale 5, ha raccontato i momenti di tensione e la consapevolezza che quella situazione non poteva più essere ignorata.
Ventura ha rivelato di aver inizialmente provato a minimizzare gli attacchi: «Sui social mi sento fortunata, la maggior parte delle persone mi sostiene con affetto e raramente ho ricevuto insulti o minacce. Di solito non leggo i commenti, non me ne importava». Ma questa volta, ha spiegato, l’allarme è scattato quando l’uomo, già autore di offese verso Giovanni Terzi, ha iniziato a rivolgersi direttamente a lei e alla loro famiglia con parole sempre più aggressive.
L’escalation delle minacce
Lo stalker, attraverso messaggi e commenti carichi di insulti, ha colpito a più riprese la coppia. All’inizio Terzi era stato il principale bersaglio, poi la rabbia del persecutore si è estesa anche alla conduttrice e ai figli. «Ho sentito un brivido lungo la schiena – ha ammesso Ventura – perché ho percepito che c’era un’escalation. Possono succedere cose gravi, a me, ma soprattutto ai nostri figli. In quel momento ho capito che non era più possibile sorvolare».
È stato proprio il marito, Giovanni Terzi, a decidere di rivolgersi alla giustizia e a rendere pubblica la vicenda anche attraverso i social. Una scelta che, secondo Simona Ventura, si è rivelata fondamentale: “Con l’esposizione mediatica il caso è arrivato alle istituzioni e le autorità hanno iniziato a muoversi con decisione per rintracciare questa persona”.
Fiducia nella giustizia e nella polizia postale
La conduttrice ha ribadito più volte la propria fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura: «Credo molto nella polizia postale e nelle istituzioni, sono convinta che siano strumenti essenziali per proteggere i cittadini». Ma ha anche sottolineato un punto cruciale: la necessità di pene certe. “Chi minaccia, chi insulta e perseguita deve pagare per quello che fa. Non solo per noi che abbiamo visibilità, ma per tutte quelle persone che non hanno un palco e non possono difendersi”.
Ventura ha evidenziato come il problema dello stalking e delle minacce online sia un fenomeno sociale sempre più diffuso e pericoloso: «Se una persona arriva a prendersi il tempo di perseguitare un’altra, significa che qualcosa non funziona nella nostra società. I social dovrebbero essere strumenti di comunicazione e condivisione, non armi per ferire o terrorizzare».
Un problema sociale che riguarda tutti
La riflessione della conduttrice si allarga oltre la vicenda personale. “Viviamo in un’epoca digitale in cui i social fanno ormai parte delle nostre vite e non possiamo pensare di fermarli. Ma dobbiamo essere consapevoli che dietro la tastiera c’è chi usa l’anonimato per minacciare e insultare. È un reato penale e deve essere trattato come tale”.
Il suo appello è chiaro: denunciare sempre. “Il mio consiglio a chi subisce minacce è di non restare in silenzio. Rivolgetevi alla polizia, fate valere i vostri diritti. Solo così possiamo fermare queste persone e impedire che episodi simili degenerino in tragedie”.
Il ritorno in tv e un messaggio di coraggio
Mentre affronta questa vicenda dolorosa, Simona Ventura si prepara a una nuova sfida professionale: dal 29 settembre sarà al timone della prossima edizione del Grande Fratello. Un ritorno in prima serata che la conduttrice vive con entusiasmo, pur mantenendo i riflettori puntati su un tema che considera cruciale.
“Questa è la parte orrenda dei social – conclude – ma non possiamo arrenderci. Denunciare è l’unico modo per difendere se stessi e i propri cari”.