Paura nella notte in provincia di Avellino
Era da poco passata la mezzanotte quando la terra ha iniziato a tremare nuovamente in provincia di Avellino, a 40 giorni dallo sciame sismico che aveva riportato la paura nell’Irpinia, teatro del devastante terremoto del 23 novembre 1980. Intorno alle 00:01 del 9 dicembre, un boato seguito da una scossa ha svegliato molti cittadini, generando apprensione e movimenti di massa in strada.
Molte persone si sono affacciate da finestre e balconi per verificare la situazione, mentre altre sono scese direttamente per confrontarsi con vicini e familiari. L’episodio ha scatenato un’ondata di segnalazioni sui social, con testimonianze che arrivavano da Napoli, Salerno, Benevento e Caserta, dimostrando l’ampia percezione del sisma anche a decine di chilometri dall’epicentro.
Epicentro e caratteristiche del sisma
Secondo quanto comunicato dall’INGV, la scossa ha raggiunto la magnitudo 3, con epicentro localizzato a Montefredane, a una profondità di circa 11 chilometri. Nonostante la magnitudo contenuta, la scossa è stata avvertita distintamente in tutto l’hinterland campano, facendo riemergere i ricordi dello sciame sismico del 25 ottobre, quando una scossa di magnitudo 4 aveva già creato tensione nella zona.
Un ulteriore scossa di magnitudo 1.4 è stata registrata alle 00:18 sempre con epicentro Montefredane. Altre due scosse di magnitudo 1,3 e 1,4 sono state rilevate dagli strumenti tra le 00:17 e 00:32 a Prata di Principato Ultra.
Quell’evento di fine ottobre era stato preceduto da scosse di magnitudo 3.6 a Grottolella e 3.1 a Montefredane, tutte situate a circa 5 chilometri dal capoluogo di provincia. L’intensità e la frequenza delle scosse avevano costretto molti residenti a uscire di casa, in attesa di conferme ufficiali sulle conseguenze e sull’eventuale pericolo.
Reazioni della popolazione
La scossa della notte tra l’8 e il 9 dicembre ha provocato reazioni immediate tra gli abitanti. Su diversi gruppi social locali sono apparse testimonianze in tempo reale: persone spaventate, altri che hanno cercato conferme da amici e vicini, e molti che hanno documentato la percezione della scossa con video e messaggi.
Non si registrano danni materiali né feriti, ma il senso di apprensione resta alto, soprattutto tra chi ricorda il drammatico terremoto del 1980, che aveva colpito l’intera regione con epicentro tra l’Irpinia meridionale, il salernitano e la Basilicata che aveva provocato migliaia di vittime.
Contesto sismico dell’Irpinia
L’Irpinia e la provincia di Avellino si trovano in una zona storicamente sismica, soggetta a sciami di intensità variabile. Il terremoto del 23 novembre 1980 rappresenta uno degli eventi più drammatici della storia recente italiana, e ogni nuova scossa, anche di magnitudo moderata, richiama l’attenzione della popolazione e delle autorità.
Le scosse recenti hanno dimostrato come il territorio resti fragile e suscettibile a fenomeni tellurici. Le autorità locali invitano alla calma e sottolineano l’importanza di seguire le linee guida di protezione civile in caso di emergenza, come restare lontani da edifici pericolanti e verificare le strutture abitative.
Monitoraggio e prospettive
L’INGV continua a monitorare attentamente la zona, registrando eventuali repliche e aggiornando la popolazione tramite bollettini ufficiali. Gli esperti sottolineano che scosse di magnitudo 3 non comportano danni significativi, ma rappresentano un segnale della continua attività sismica nella regione, che richiede vigilanza e preparazione.
In attesa di eventuali sviluppi, cittadini e istituzioni rimangono all’erta, con la memoria di eventi passati che alimenta la prudenza. L’Irpinia torna così sotto i riflettori, ricordando che il territorio è vivo e che la prevenzione rimane fondamentale per ridurre rischi futuri.

